A volto scoperto punta l’arma contro il giovane dipendente e lo scaraventa a terra. Scappa con una Micra.

Salerno. Penetra in un garage della zona orientale in pieno giorno, armato e a volto scoperto. Punta la pistola al collo del garagista, lo scaraventa a terra e fugge a bordo di un’auto rapinata nell’autorimessa. La vittima, sotto coch, si ritiene «salvo per miracolo». Per poco il malvivente non lo ha travolto fuggendo con la vettura. «Ma non saprei mai riconoscerlo – riferisce ai carabinieri – è accaduto tutto troppo velocemente». I fatti. Alle 15,30 di ieri via Amatruda, una traversa del quartiere Pastena, è deserta. Sul lungomare, a ridosso della strada, passano poche auto, il silenzio ovattato di un pomeriggio di agosto favorisce il bersaglio. È un giovane garagista, Antonio De Luca, di turno pomeridiano nell’autorimessa «Fabiola» di proprietà di Filippo e Annamaria Bellaf, originari di Tripoli ma residenti da anni a Salerno. Poche auto sono nel garage, molti clienti sono partiti per le ferie, torneranno dopo Ferragosto. Antonio sistema le vetture tenendo d’occhio l’esterno. Si è accorto che il garage, da qualche giorno, viene ”sorvegliato a distanza”. Oltre il cancelletto che delimita l’autorimessa dalla strada, si sono visti, più volte, giovani fermarsi e sbirciare all’interno, poi sparire. Il garagista è solo quando, nell’uscire per prelevare un’auto lasciata fuori, non si avvede dell’uomo, nascosto dietro una colonna. Il rapinatore impugna un’arma e aspetta che il giovane gli passi davanti. In quel momento, con un balzo felino, lo sorprende alle spalle. Dopo averlo immobilizzato con un braccio, gli punta il coltello alla gola. «Non muoverti o ti ammazzo», gli intima con voce sibilina. Antonio tenta una debole reazione, ma viene scaraventato a terra con violenza. In pochi secondi il malvivente salta a bordo di una Micra Nissan di colore argento, parcheggiata dietro una colonna. Nell’uscire, velocemente, urta forte la colonna danneggiando la fiancata destra dell’auto e per poco non travolge il garagista, ancora a terra sotto choc. Riesce a scappare con l’auto, dileguandosi sul lungomare della zona orientale. Tutto si è svolto in pochissimo tempo, il rapinatore ha agito da solo e senza nascondere il suo volto. Nella strada deserta nessuno ha visto, nè sentito. Sono le 15,40 quando nella stazione dei carabinieri giunge la telefonata dal garage Fabiola. «Venite subito, abbiamo subito una rapina a mano armata», riferisce il giovane operaio. I militari ai comandi del maggiore Merone si precipitano sul posto, raccolgono tutti gli indizi necessari. Ma non avranno dalla vittima la descrizione del rapinatore, neanche sommaria. «Mi ha scaraventato a terra dopo avermi puntato la pistola alla gola, ma sempre di spalle – dichiara Antonio De Luca – poi ha preso l’auto ed è fuggito, non ho avuto il tempo di vederlo in viso». Unici indizi la targa della Micra Nissan portata via, e danneggiata durante la fuga sulla fiancata destra anteriore. L’auto è di proprietà di un’anziana signora che abita nel palazzo a pochi metri dal garage. Saranno i militari ad avvertirla, poco dopo, dell’accaduto. Sul posto giunge un altro garagista, Massimo Barra, che ha qualche anno più di Antonio e lavora da tempo nella stessa autorimessa. A svolgere a rotazione turni anche di notte sono il figlio del proprietario e due persone anziane. I coniugi Bellaf, proprietari del garage vengono avvisati della rapina. Arriveranno a Salerno tempestivamente, rincuorati dal fatto che il loro collaboratore è uscito illeso da una vicenda che avrebbe potuto avere più drammatiche conseguenze. Ma che rimarca l’esigenza di una più accorta sorveglianza. Il raid di ieri riporta alla memoria le analoghe vicende di tre anni fa quando molti garage della città finirono nel mirino dei malviventi. una raffica di rapine a mano armata, auto di grossa cilindrata sottratte e dipendenti minacciati e aggrediti: autorimesse di via Irno, del quartiere Carmine, di Pastena, Torrione e Mercatello.

Luciana Mauro, Il Mattino