Nocera Inferiore. Saranno oltre 20000 gli stagionali coinvolti nella campagna di lavorazione del pomodoro nella sola regione Campania. Saranno 40 giorni intensi per tanti addetti ai lavori costretti a vivere proprio con l’unica possibilità di reddito offerta dall’indotto dell’industria agro alimentare, concentrata soprattutto nell’Agro Nocerino Vesuviano tra la Valle del Sarno e il distretto dei Monti Lattari, che da solo riesce a sdoganare 3000 lavoratori stagionali nelle varie aziende della zona. La novità di quest’anno è la reintroduzione, per legge, per gli stagionali, del diritto di precedenza rispetto alle assunzioni a termine. Un vecchio diritto che viene ristabilito. Per gli aiuti comunitari , la nuova riforma prevede che per il prossimo quadriennio il 50% delle indennità verrà dato ai produttori agricoli in base al fondo, mentre il restante 50 % sulle quantità prodotte fino ad arrivare in quattro anni al disaccoppiamento totale. Un dato che ha contribuito, con l’esaurimento degli stoccaggi delle aziende produttrici, a fare lievitare in modo vertiginoso il prezzo del pomodoro fresco da lavorazione. La necessità di lavorare pomodoro fresco non significa, dunque, essere usciti da un periodo di grande crisi per il comparto agro alimentare.
Il pomodoro San Marzano è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche, che vengono esaltate dalla trasformazione in “pelato”. La presenza di una serie di fattori concomitanti quali: il clima mediterraneo e il suolo estremamente fertile e di ottima struttura, l’abilità e l’esperienza acquisita dagli agricoltori dell’area di produzione nel corso dei decenni, ha contribuito al suo successo nel mondo, coronato, nel 1996, dal riconoscimento dell’Unione Europea come D.O.P.
Le caratteristiche intrinseche che hanno esaltato il prodotto, favorendone così la sua conoscenza e il suo consumo sono: sapore tipicamente agrodolce, forma allungata della bacca con depressioni longitudinali parallele, colore rosso vivo, scarsa presenza di semi e di fibre placentari, buccia di colore rosso vivo e di facile pelabilità. Queste, insieme alle caratteristiche chimico-fisiche, lo rendono inconfondibile, sia allo stato fresco che trasformato.
La denominazione di origine protetta designa esclusivamente il prodotto “pelato” (alla UE è in istruttoria la proposta del Consorzio di tutela di ammettere nel disciplinare, oltre al “pelato intero” anche la tipologia “pelato a filetti”), proveniente dalla lavorazione dei frutti appartenenti all’ecotipo San Marzano o a linee migliorate di esso. Il prodotto immesso al consumo deve presentare caratteristiche tecnologiche ben precise: colore rosso uniforme con rapporto colorimetrico a/b non inferiore a 2,2; forma allungata e parallelepipeda, con lunghezza da 60 a 80 millimetri; assenza di sapori e odori estranei; peso dello sgocciolato non inferiore al 65% del peso netto; residuo rifrattometrico non inferiore al 4%; pH tra 4,2 e 4,5. E’ consentita l’aggiunta di sale (max 3% del p.n.), foglie di basilico, succo di pomodoro semiconcentrato (ma esclusivamente di S. Marzano).
La tecnica colturale del prodotto fresco prevede l’allevamento di tipo verticale delle piante con l’uso di sostegni, rispettando così la tradizione secolare, anche se, per l’elevato numero di ore di manodopera richieste, tale tecnica incide fortemente sui costi di produzione.