Pagani. Arriva in consiglio comunale la vicenda dell'ospedale Andrea Tortora di Pagani. La struttura sanitaria, «depennata» dal piano ospedaliero regionale, sarà oggetto di discussione del civico consesso, in seduta straordinaria per domani alle ore 11.00, al quinto pianto proprio dell'ospedale. La convocazione del parlamentino cittadino arriva all'indomani dell'approvazione del piano sanitario, che di fatto, ha cancellato dall'elenco dei nosocomi esistenti in provincia di Salerno l'ospedale paganese. Inutili i milioni di euro investiti per la realizzazione di un plesso destinato ad ospitare l'emergenza sul territorio. «Invitiamo tutti i cittadini a partecipare ai lavori di questo consiglio comunale – ha dichiarato il sindaco, Alberico Gambino – La battaglia in difesa dell'ospedale di Pagani è una battaglia che deve vedere tutta la popolazione in prima linea. Non possiamo permettere che la Regione neghi a tutti noi, il diritto alla salute. Non possiamo permettere che con la chiusura dell'Andrea Tortora si penalizzi il nostro territorio ulteriormente». Pronte le barricate per difendere le sorti dell'ospedale paganese da anni alle prese con un futuro in bilico. «Riteniamo sia vergognoso il comportamento di chi crede di cancellare con un colpo di spugna i diritti dei cittadini. L'ospedale di Pagani va difeso» ha aggiunto il presidente del consiglio comunale, Massimo D'Onofrio. Ad intervenire sulla delicata vicenda anche il consigliere comunale dei «Moderati per Gambino», Claudio Barile che, nella doppia veste anche di operatore sanitario, preannuncia giorni nefasti nel dopo chiusura dell'ospedale. «Con la soppressione dell'Andrea Tortora le liste di attesa per gli utenti si allungherebbero a dismisura e gli altri ospedali andrebbero incontro ad un enorme carico di lavoro e di prestazioni da offrire. Ad esempio, il pronto soccorso di Pagani offre più 30.000 prestazioni annue. Con la sua chiusura andranno ad allungarsi i tempi di attesa del Triade (codici bianchi, gialli e rossi) e le prestazioni da offrire ricadrebbero sul pronto soccorso di Nocera Inferiore che, a questo punto, vedrebbe cadere notevolmente i cosiddetti Lea (parametri di assistenza minima). La cosa che mi preoccupa, poi – aggiunge – è l'aspetto chirurgico. La chirurgia oncologica del nostro nosocomio garantisce quasi 2000 prestazioni annue con liste d'attesa, attualmente, dai 4 ai 6 mesi. Qualora queste 2000 prestazioni dovessero essere ricoperte dalla chirurgia di Nocera Inferiore, un utente potrebbe aspettare anche più di un anno per essere curato».
articolo di lucia trotta
il mattino