Nocera Inferiore: il Sindaco Romano scrive ai dirigenti scolastici, per ricordare Pittoni

Egregi Dirigenti,       

all’indomani della tragica morte del Tenente Marco Pittoni, barbaramente ucciso nel giugno scorso a Pagani, più volte mi sono chiesto come il Comune di Nocera Inferiore potesse degnamente ricordare il sacrificio di un eroe che ha immolato la propria esistenza in nome dei valori della legalità e dell’impegno civile, a difesa dell’incolumità di tante persone che in quel momento si trovavano presso il locale Ufficio Postale.

In questi mesi tante sono state le cerimonie che si sono susseguite per onorarne la memoria, che hanno visto la comunità dell’Agro Nocerino Sarnese stringersi sempre più attorno al ricordo di un uomo straordinario, che non ha avuto paura di contrastare degli efferati delinquenti.

Sabato scorso, nel corso della manifestazione tenutasi presso il Liceo Scientifico di Pagani, la sorella dell’indimenticato Tenente dei Carabinieri ha lanciato con forza e determinazione un messaggio forte ai tanti studenti intervenuti.

Maria Cristina Pittoni ha affidato le sue emozioni ed i suoi pensieri ad una nota intrisa dell’affetto infinito di una sorella ma anche dell’ammirazione e della stima profonda di una donna che crede fermamente nei valori della legalità e della testimonianza, con la speranza profonda che quel sacrificio possa non essere vano, che i nostri ragazzi possano farne davvero tesoro.

Quella lettera mi ha commosso! Quelle parole, che sono sicuramente rimaste scolpite nel cuore di tutti i presenti, mi hanno colpito profondamente! Ed è per questo che ho pensato che il modo più giusto in cui potevamo ricordare il sacrificio del nostro eroe fosse quello di far leggere il bellissimo intervento di Maria Cristina a tutti gli studenti delle scuole della nostra Città, affinché comprendano l’importanza profonda dell’impegno per l’altro e per la comunità.

Per questo, mi rivolgo a voi Dirigenti Scolastici, affinché possiate far propria questa iniziativa e condividerla con i vostri docenti, i quali sapranno di certo accompagnare gli studenti con grande competenza in un percorso significativo di riflessione sul ruolo della legalità e sul significato delle regole nella nostra vita, che trovi il punto di partenza proprio nelle bellissime parole di questa lettera.

 In questo modo, celebreremo adeguatamente la memoria del Tenente Pittoni, evitando di realizzare inutili duplicazioni di iniziative, guardando tutti insieme al futuro con la speranza che le cose possano finalmente cambiare.

Marco Pittoni è, e deve diventare, sempre più il simbolo dell’onestà e del senso del dovere, un modello da seguire per i nostri ragazzi, un esempio da custodire gelosamente per le future generazioni, che in una testimonianza così forte possono trovare la forza per impegnarsi concretamente nella quotidianità.

D’altra parte, non bisogna fare cose straordinarie per essere migliori. Ciascuno di noi, ogni giorno, deve semplicemente fare la propria parte, con consapevolezza, scegliendo la strada del bene e praticandola in tutte le azioni ed i suoi comportamenti.

Certo che accoglierete con grande attenzione il mio messaggio e che ne condividerete i contenuti, Vi auguro buon lavoro e vi saluto cordialmente.

                 Il Sindaco

          Antonio Romano

 

 

 

 

 

Il messaggio della sorella di Pittoni agli studenti. 

Durante questi mesi, di quello che era Marco e della grandezza del suo gesto, si è detto tanto, e si è associato il suo nome ad una sorta di “buonismo” che, chi lo conosceva davvero, sa che lo rappresenta solo in parte. Marco, infatti, non era “buono” nel senso tipico del termine: era altruista, generoso e sicuramente molto attento, ma era anche piuttosto intransigente e molto severo con sè stesso e con gli altri.

Era una persona che trasmetteva sicurezza, precisa, affidabile, ma quando si prefiggeva un obiettivo sapeva essere molto rigoroso e tenace; per questo non accettava facili giustificazioni e sopratutto pretendeva molto da chi gli stava accanto, perchè lui dava tantissimo di sé.

Si preparava con caparbietà e competenza a qualunque sfida della sua vita e chi ha collaborato con lui sa che non lasciava niente al caso; così com’era riflessivo e prudente ma capace di azioni valorose. Soprattutto aveva un grande senso dell’onestà, che anteponeva sopra ogni cosa nella sua vita ed è per questo aspetto che vogliamo lo si ricordi: per i suoi valori, il suo indiscusso coraggio, e per il messaggio chiaro, che lui ha lasciato a queste terre, che non è né comodo, né indulgente, così come non lo era Marco.E’ un’eredità difficile, che si può riassumere nella frase che recita “La verità vi renderà liberi” e la verità che Marco ci ha lasciato, è che ognuno di noi, per conquistarsi la propria libertà, è chiamato ogni giorno a fare delle scelte. Scelte che inevitabilmente porteranno a delle strade, che poi dovremo percorrere. Il vantaggio dell’incerto cammino dell’uomo è che per quanto possa avanzare o fermarsi, per quanto possa distrarsi lungo la strada, alla fine arriva sempre allo stesso bivio: la strada giusta e quella sbagliata e anche se qualche volta facciamo finta di nulla o cerchiamo alibi convenienti, sappiamo sempre qual è la direzione giusta; spetta solo a noi avere il coraggio di seguirla anche se si è soli nelle proprie decisioni e non ci si sente pronti per affrontare le proprie paure.Marco con la sua fermezza e il suo concetto della giustizia, ci ha mostrato quanto è difficile essere fedeli ai propri principi, soprattutto, quando il senso del dovere ci chiede di rinunciare ai propri privilegi o alla propria vita, ma sopra ogni cosa, ha voluto farci capire che tutti prima o poi, saremo chiamati a decidere il percorso che vogliamo fare, e lui quel giorno di giugno, ha scelto il suo senza esitazioni, senza scorciatoie, onorando quella divisa da Ufficiale dell’Arma che era stato chiamato a rappresentare e tutto il percorso della sua vita, fatto di sacrifici e di ostacoli superati con dignità. Ma se ora voi uscite da qui a testa bassa, senza riflettere sulle vostre alternative di ogni giorno, senza avere il coraggio di cambiare la vostra strada pur sapendo che non è quella giusta, il sacrificio di Marco non sarà servito a nulla; così come sarà inutile partecipare a marce, commemorazioni e incontri per ricordarne il nome. Da ora in poi non è più ammessa la scusante che spesso gli esempi con i quali confrontarsi sono sganciati dalla società attuale o troppo distanti dai problemi della vostra generazione, perché Marco è un figlio dei vostri tempi, che vi ha preceduto di pochi anni nelle stesse tappe che state affrontando voi ora, a partire dai banchi del Liceo, che lui stesso aveva frequentato.Noi abbiamo perso un fratello meraviglioso, un pezzo della nostra vita che non ci sarà più restituito, ma voi giovani avete guadagnato l’opportunità di riflettere sull’importanza della coerenza e della giustizia: quella giustizia che va contro ogni forma di prevaricazione e violenza e che si nutre del lavoro quotidiano svolto con determinazione, soprattutto quello del Carabiniere, così poco compreso e difeso. Siete solo voi che potete davvero fare in modo che il gesto di Marco assuma il giusto valore, prendendo semplicemente coscienza e agendo ogni giorno con la consapevolezza di essere liberi: liberi di crearvi un’opportunità, liberi di costruire la vostra esistenza e liberi di avere un’opinione diversa, perché non è importante solo arrivare a destinazione, qualunque essa sia, ma lo è anche arrivarci rispettando se stessi e le persone che condividono con noi il viaggio. Nessuno sostiene che sia facile, perché tutto ciò che è guadagnato con sacrificio non lo è mai, ma sicuramente otterremo il privilegio di guardare il destino dritto negli occhi, e poter decidere di noi stessi, come ha sempre fatto Marco, che non ha mai accettato mezze misure neanche per se stesso. Così se un giorno volessimo voltarci indietro e invece di una strada dritta e senza ostacoli, vedessimo curve, incroci e strade sterrate, allora sapremo con certezza, che non abbiamo scelto il cammino più facile, più frequentato, ma quello più giusto. Avremo tracciato una strada nuova, che forse altri percorreranno, altri che come Marco, non hanno avuto paura di aprire un passaggio e hanno fatto della propria vita un esempio per tutti coloro che vogliono davvero cambiare qualcosa. Ed è questo l’augurio che oggi faccio a voi giovani di Pagani: che prendiate atto della vostra libertà e che vi rendiate riconoscibili per il coraggio dimostrato nelle piccole scelte di ogni giorno, perché sono queste che possono davvero cambiare il destino di ciascuno di noi e rendere straordinaria ogni singola esistenza, così come è stata quella di nostro fratello Marco. GRAZIE