Provincia, De Mita rilancia: in corsa da soli

«Non guardo a destra, non guardo a sinistra: io guardo avanti». Ciriaco De Mita cita Fanfani per rilanciare la strategia dell’Udc: puntare al centro in attesa che il bipolarismo «finto» si sbricioli, «perché – dice – Pd e Pdl sono due gusci vuoti». Il partito salernitano è in realtà molto diviso. E all’inaugurazione della nuova sede dell’Udc in via Volpi sono in molti che spingono per una chiarificazione definitiva. «Noi a Battipaglia – si sfoga qualcuno per le scale – se non ci alleiamo prendiamo un solo consigliere, il candidato sindaco. E chi volete che si candidi mettendoci faccia, tempo e denaro per niente? Glielo volete far capire a quello lì?». Quello lì è Ciriaco De Mita. Che invece rilancia la sua linea: «Allearci con il centrodestra non è possibile, e con il centrosinistra neppure. Siamo in conflitto con il bipolarismo spinto. D’altro canto il Pd già non c’è più. Andiamo avanti da soli, come abbiamo scelto alle elezioni politiche, altrimenti avrei fatto come Pionati ed oggi sarei stato eletto». Ai tanti giunti a salutarlo, De Mita ribadisce: «Dobbiamo allenarci a spiegare alla gente quanto vogliamo fare perché la nostra posizione non è dentro il sistema bipolare che è un bipartitismo dell’apparenza. Pd e Pdl sono due gusci, vivono finché sono vuoti, perché quando parlano si spaccano. Il Pd, che di più voleva il bipolarismo, dopo un anno non è nato perché si fondava sul desiderio. Dall’altra parte non c’è un partito ma un movimento personalizzato che risolve la dialettica e i problemi del pluralismo con la personalizzazione. E in questo passaggio elettorale le loro strategie sono smentite, perché vogliono fare le coalizioni, cioé il sistema denunciato come inefficiente». Il leader dell’Udc ripete che, partendo da questa impostazione, si muoverà con estremo realismo. Denuncia che «in Campania ha prevalso la logica dell’occupazione del potere» e si dice pronto a discutere con chi «vuole cambiare l’organizzazione del potere sul territorio, invece anche a Salerno siamo di fronte a candidati solitari». Dunque resta l’apertura a «disponibilità che allo stato non ci sono. Per il resto dialogo con tutti, non solo con il ministro Carfagna. Sulla nostra posizione registro una enorme curiosità da parte dell'opinione pubblica perché il dibattito politico continua a fondarsi non sulle idee ma sull’annuncio di soluzione di problemi che non si risolvono». L’ultima stoccata è riservata a Lello Ciccone, il consigliere comunale che dopo essersi professato demitiano di ferro quando i popolari del Pd abbandonarono il loro presidente regionale, è passato al Pdl: «Il precipitarsi a cogliere occasioni personali che passano è per persone che passano e non hanno futuro».

 

La Replica

Cirielli: comprendo le critiche resta la disponibilità al dialogo

«Le critiche di De Mita le posso comprendere, ma resta la nostra disponibilità al dialogo: l’Udc è un nostro naturale alleato». Edmondo Cirielli non si scompone di fronte alle critiche del leader irpino e rilancia il confronto. Secondo De Mita Pd e Pdl sono due gusci vuoti. «Di certo il nostro è un guscio molto forte fatto dal consenso ricevuto alle elezioni politiche e nelle amministrazioni che guidiamo o in cui ci sono nostri assessori con sindaci Udc, come a Sant’Egidio o a San Valentino Torio. E il vuoto non credo che sia riferito alla qualità delle persone, visto che De Mita ha avuto per me sempre parole di elogio. È normale che chi deve valorizzare una posizione politica autonoma ha necessità di argomentarla. Ma in realtà De Mita è alternativo al centrosinistra, di cui contesta la metodologia di governo. Dice le stesse cose che diciamo noi». Secondo l’Udc a Salerno si scontrano due «candidati solitari». Si ritrova in questa descrizione? «No. A Salerno c’è la candidatura del Presidente in carica e la mia, un deputato, presidente di commissione parlamentare, da anni al vertice di An e del Pdl, oggi in intesa perfetta con il ministro Carfagna. Questa situazione può dare sensazione che c’è leaderismo e personalismo, ma in realtà non è così. Noi siamo una coalizione molto articolata, siamo un partito-coalizione nel Pdl e ci sono discussioni. Nell’altra coalizione si parla di ruoli e leadership, da noi di metodologia e di programmi. La formazione della nostra coalizione è avvenuta senza considerare l’Udc e questo irrita De Mita e Nocera, lo posso capire. Ma noi abbiamo preso più del 50% dei consensi alle politiche, dunque è un nostro diritto-dovere di indicare candidatura e guidare la coalizione». Al di là delle parole, a che punto è la discussione con l’Udc? «Noi siamo pronti a sederci a un tavolo, a discutere di programma e di metodologia di governo, oltre che della candidatura. Ora dipende da loro. Da parte nostra c’è la disponibilità totale. È chiaro che l’Udc sarebbero un alleato particolare, perché è la terza forza politica in Italia e perché li cerchiamo, mentre gli altri alleati hanno chiesto di entrare in coalizione. Ma secondo me l’Udc resta un alleato naturale del centrodestra».

Fonte: Il Mattino