Cirielli: l’orientamento sessuale non c’interessa

Martina a colori. Via il camice bianco, voilà, si trasforma. Il suo palcoscenico è la Sala Moka dove, con Edmondo Cirielli, Alberigo Gambino ed Antonio Iannone ha presentato alla città la sua candidatura. Un piccolo evento nella città letargica già tappezzata di facce che le guardi e non te le ricordi più. Lei, invece. Cita numeri, programmi, previsioni di investimento e poesie e tutto in non più di dieci minuti di intervento, già solo per questo guadagna un bel po’ di voti lì sul posto. Sciorina i dati del Sole 24 ore che relegano la provincia di Salerno al 90° posto su 103 e gli aforismi di Kahil Gibran: «Ho imparato il silenzio dai ciarlieri, la tolleranza dagli intolleranti, la cortesia dagli scortesi eppure, stranamente, non sento gratitudine per tali maestri». A lei dai politici di lungo corso con i quali condivide il tavolo al Cafè Moka e il programma elettorale, non ha molto da imparare. Ha retto una folta platea, ha divertito, ha conquistato. È scesa in campo così, vulcanica ed intensa, nel suo stile. Martina a colori: Via il nero invernale, accende quest’angolo di corso Emanuele con un completo pantaloni malva e un filo di jabot. E poi l’ultimo preziosissimo amuleto: un pendente di corallo di Sciacca, glielo lasciò la bisnonna e lei lo indossa nelle occasioni speciali. Questa è speciale, il suo battesimo politico. Martina ancora a colori: ha voluto offrire a tutte le signore rose «azzurro libertà» con il suo «santino», le distruibuiscono due hostess all’ingresso. Lei, come una sposa al matrimonio, intrattiene tutti in attesa dei big. Quando arrivano sono loro a parlare per primi. Nessuno pronuncia la parola transessuale forse perchè nessuno ci pensa più e a nessuno sembra un fatto rilevante ai fini politici. Così Iannone: «Questa scelta segue il principio di candidare persone pulite e per bene. Ci interessa dove si vuole andare, non da dove si viene». Gambino: Con Martina abbiamo già iniziato a concentrarci sulle politiche del territorio». Cirielli: «Anche conoscendo la sua storia non ho avuto alcun dubbio nel candidarla, ma ho peccato di ingenuità, non ho pensato al clamore che la sua candidatura». Quel clamore ora sembra sopito. Chi le darà il voto, è gente semplice, quelli ai quali, come lei stessa dice : «è entrata nel cuore». E quei dieci minuti di discorso convincono. Dai basoli sconnessi del corso che usa come metafora per il dissesto idrogeologico del terriotrio, agli investimenti per l’edilizia scolastica, al programma di profilassi sanitaria, alle infrastrutture come l’aeroporto e il porto, insomma di tutto. «Non presumo si aspirare alla montagna sacra – dice Martina – ma non voglio più essere spettatrice. Voglio stare tra di voi». Ha finito, scatta l’applauso e prende il fiato. E a tutti dice: Mi tremano le gambe».

Fonte: Il Mattino