Ventinove liste in campo, tre sono a rischio

Il primo round va a Edmondo Cirielli, nella lunga partita elettorale con Angelo Villani: alla presentazione delle liste in Corte d’Appello gli uomini del centrodestra si presentano meglio organizzati, con più liste e perfino più scaltri. Finisce 17 liste a dieci per il deputato, con una sua formazione sub judice contro le due del Presidente. In tutto sono quattro i candidati presidenti con la discesa in campo di Antonella Buono del Sole d’Italia e Valerio Torre del Partito d’alternativa comunista. Piazza Malta, salone della corte d’Appello dove si presentano le liste. A mezzogiorno, orario di chiusura, la situazione diventa incandescente. Il rappresentante di una lista del centrosinistra è senza i faldoni con firme e documenti: la porta si chiude mentre arriva il primo plico. Senza perdersi d’animo scatta l’idea: dal balcone esterno al primo piano si individua un filo di antenna abbandonato che viene calato giù, come un «panaro», e torna su con una prima busta di documenti. Sistema ingegnoso ma complesso, se nello stesso momento la rappresentante di una lista del centrodestra, che fino a quel momento era fuori dal salone, misteriosamente si materializza su una sedia dove comincia velocemente a completare la documentazione richiesta. Per il Pdl ci sono Lello Ciccone e Antonio Iannone che sgamano il movimento degli avversari presso la finestra che viene chiusa bloccando l’arrivo di altri documenti. Ai due esponenti del centrodestra basta, poi, una telefonata: arriva una gazzella dei carabinieri a presidiare l’esterno del palazzo mentre altri due militari sono inviati al secondo piano per evitare che dalle finestre sul salone dove si presentano le liste possano «piovere» documenti. La mossa è efficace. La replica degli uomini di Villani è però nell’esperienza: Popolari e Liberaldemocratici si accorgono che manca la dichiarazione giurata dell’apparentamento con il presidente. È Antonio Pagano a suggerire di scriverla a penna sul posto. Quelli della Lega Sud non ci pensano: presentano la loro documentazione senza apparentamento. A chiusura dei lavori oltre alla Lega Sud si parla di altre due liste del centrodestra su cui la Corte si dovrà pronunciare, oltre a Popolari e ai Liberaldemocratici con questi ultimi che lamentano anche la mancanza di alcune firme. In tutto sono oltre mille i candidati per 29 liste. Se fossero tutte ammesse, con 17 liste contro 10, Villani si ritroverebbe nella stessa situazione di cinque anni fa, quando con nove partiti riuscì a vincere contro 17 formazioni di un centrodestra che allora, però, si presentò diviso mentre oggi è compatto, con l’apporto anche dell’Udeur e dell’Udc. La partita, dunque, stavolta si presenta molto combattuta. E alla fine potrebbe assumere un ruolo di primo piano i due outsider Valerio Torre del Partito di alternativa comunista e Antonella Buono del Sole D’Italia, perché anche percentuali minime, in uno scontro all’ultimo voto, possono risultare decisive per finire al ballottaggio.

Fonte: Il Mattino