Monsignor Gioacchino Illiano, vescovo della diocesi Nocera-Sarno, incontra la stampa locale in occasione del Santo Natale. Lancia preoccupanti allarmi sulla disocuppazione. «Se non ci si riorganizza – ha detto il Vescovo – l'Agro è destinato a vivere periodi bui» riferendosi naturalmente alla necessità di fare rete per combattere mancanza di prospettive lavorative future per tante persone, cosa che, tranne rare eccezioni, la classe politica non riesce proprio a fare. «Incomunicabilità e irrazionalità nei rapporti, questo predomina – ha proseguito – è un guaio che chi è chiamato a governarci non riesca a parlarsi». Poi tira fuori dal calderone la classe politica locale deresponsabilizzandola rispetto alla disoccupazione e alla crisi economica. «I dati locali sono allarmanti è vero – ha ammesso Sua Eccellenza – la diocesi ha proposto per il passato momenti di condivisione e riflessione ma il problema va letto in chiave globale. La disoccupazione si può risolvere solo se si pensa in grande, non con interventi locali. Il singolo sindaco può fare davvero poco». Anche rispetto al sociale le parole del Vescovo hanno avuto un tono allarmante. Un Natale precario, così ha definito il momento di festa ormai alle porte. Quello che dovrebbe rappresentare un momento di riscoperta dei valori umani e sociali si traduce, per il Vescovo, in un momento in cui spicca «L'assenza di Dio, in cui la fede vacilla. Si corre il rischio che tutti si riscoprano atei. Bisogna tenere presente che con Dio o senza Dio, non è la stessa cosa». Infine il suo messaggio di fede e speranza ai fedeli dell'Agro. «L'anno nuovo sia un anno durante il quale si riprenda in mano la capacità e la potenza della ragione umana». Per guardare al domani non deve mancare la speranza. «Dio – ha aggiunto – non avrebbe mandato suo figlio se non avesse creduto e saputo che il mondo può cambiare». Ai giornalisti ha poi detto: «Siate annunciatori del Vangelo, altoparlanti di Dio, alleati della buona notizia. Quando si annunciano buone notizie, non solo di Chiesa, è come se si annunciasse il Vangelo».
dai quoditiani locali