La scure del fallimento si abbatte anche sulle società controllate dal gruppo Alvi spa,la società gestita dalla famiglia dell'ex presidente della provincia di Salerno Angelo Villani.Il curatore fallimentare e l'avvocato nominato dal giudice del Tribunale di Via Papio,Giorgio Jachia,stanno esaminando la situazione patrimoniale delle dieci società che farebbero capo alla spa con sede a Fisciano.Il condizionale è d'obbligo dal momento che l'accertamento della curatela fallimentare è teso ad individuare eventuali legami contabili ed amministrativi con la società capofila.Molti sono gli elementi che farebbero presuppore che un collegamento tra le varie società esista.
In primis,la partecipazione della famiglia Villani in parecchie società.Partecipazione che avrebbe mantenuto anche a seguito delle numerose cessioni di rami aziendali e quote avviate già da qualche anno.Così come sembra che molte cessioni di rami aziendali della società capofila siano state effettuate in favore delle controllate Super Alvi,Iper Alvi e Alpa.A quest'ultimo gruppo sembra sia stato ceduto addirittura il marchio dell'Alvi spa.Così come risulta essere stata smantellata anche la Alviservice srl,leader nel settore della logistica.Le ultime cessioni sarebbero avvenute lo scorso giugno,quando la situazione economica della spa risultava già allarmante.Tanto che la cessione di varie quote di partecipazione non è riuscita a far quadrare i conti,costringendo il Tribunale fallimentare di Salerno a dichiararne il fallimento.le società controllate,formate per lo più da supermercati ,continuano a ressistere sul mercato.Ma i libri contabili sono al vaglio di curatore e avvocato fallimentare.
Il legale nominato dal Tribunale di Via Papio,Giovanni Noschese sta cercando in tutti i modi di salvaguardare i 60 lavoratori che sono alle dipendenze della spa e che prestano servizio presso il supermercato di Fasano,in Puglia.Il numero dei dipendenti del gruppo imprenditoriale è un'altra spina nel fianco per la curatela fallimentare,dal momento che,gli unici dipendenti iscritti a libro matricola,sono i 60 lavoratori pugliesi.Ma l'indotto ne comprende almeno 1300,considerando appunto le dieci società controllate che farebbero capo alla spa di Fisciano.E i cui posti di lavoro sarebbero a rischio ,nel momento in cui gli accertamenti disposti dal giudice del tribunale fallimentare dovessero rilevare con certezza un collegamento contabile con la capofila.Ieri sera,intanto alcuni dipendenti della piattaforma logistica di Fisciano,che chiedono la proroga della cassa integrazione hanno presidiato con striscioni e slogan un Alvi di Nocera superiore.A portare loro solidarietà è intervenuto il vescovo Gioacchino Illiano.Inserito da Valeria Civale da positano news.it
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