Si allarga a macchia d’olio il malcontento fra i politici e gli amministratori del Pd dell’Agro nocerino. Alla «levata di scudi» dei sindaci di Nocera Inferiore, Antonio Romano, Castel San Giorgio, Andrea Donato e Bracigliano, Ferdinando Albano, si aggiungono ora quelle del primo cittadino di Siano e di esponenti di primo piano del Pd di Pagani e di Sarno. Insomma l’Agro nocerino è in fermento. La mancanza di rappresentanti del territorio, se si eccettua Guglielmo Vaccaro, fra i candidati di Camera e Senato, non sta affatto bene a chi è impegnato quotidianamente a mantenere i contatti con la stragrande maggioranza dell’elettorato della Provincia di Salerno. «Posso capire le scelte imposte dall’alto nel Pdl – attacca Sabatino Tenore primo cittadino di Siano – A destra si è sempre fatto così, ma noi abbiamo una tradizione diversa e le scelte operate, senza minimamente tenere in considerazione le istanze provenienti dal basso, sono una grande delusione che svilisce la militanza e che relega l’Agro ad un ruolo marginale di portatore di voti. I sindaci vivono un grande disagio. Sono soli rispetto alle esigenze di un territorio che rappresenta circa i due terzi dell’intera Provincia». Al sindaco di Siano fa eco Gerardo Cardillo, consigliere comunale del Pd di Pagani e dirigente regionale del partito di Veltroni. «É innegabile – spiega Cardillo – che così si registra un distacco fra il partito, gli elettori e la propria classe dirigente. Molti che erano entusiasti della mobilitazione delle primarie, si ritrovano oggi delusi dalle scelte imposte dall’alto senza il coinvolgimento della gente. É chiaro che in questo caso l’emergenza dettata dalla legge elettorale e da un partito in via di formazione, ha giocato un suo ruolo, ma se dovesse continuare a mancare il coinvolgimento della base ritengo che le ripercussioni sul voto non mancheranno». E da Sarno arriva l’analisi di Raffaele D’Angelo, figura storica di dirigente della sinistra ed ex consigliere provinciale. «Il problema posto è reale. Senza girarci troppo intorno va detto che non è la prima volta che viene messo in atto un tentativo di emarginalizzazione dell’Agro nocerino. Il problema esiste e va risolto, altrimenti non si riesce a capire come sia possibile inveire contro Napoli che fagocita tutto e poi all’interno della Provincia ritenere che Salerno sia il centro del mondo. Il nuovo partito deve tenere conto delle condizioni dell’Agro, della sua consistenza, ma anche dell’impegno di una classe dirigente che per anni ha militato in silenzio, ma che ora ha bisogno di punti di riferimento sul territorio e non può essere messa da parte». La pietra nello stagno gettata con le provocatorie dimissioni del vicesindaco di Castel San Giorgio, Ubaldo Rescigno, hanno provocato una serie di reazioni a catena nel Pd. «É il segno che la misura era colma – spiega Andrea Donato sindaco di Castel San Giorgio – La solidarietà arrivata da tutti i comuni dell’Agro dovrebbe spingere ad una seria riflessione e a comprendere come le aspettative del nuovo partito avrebbero dovuto trovare una prassi nella consultazione della base».
Articolo di Domenico Barbati, tratto dal quotidiano "Il Mattino" del 25.03.2008