Dopo la moschea i musulmani chiedono aiuto per il commercio

Nocera Inferiore. Da «Al Takwa» una richiesta di aiuto per la moschea e per i fratelli marocchini sfrattati dal suolo pubblico di Nocera Inferiore. A lanciarla è Oualid Chtourou, per tutti Alì, presidente dell'associazione (che in italiano si traduce "La Fede") e Imam della moschea. Lo fa in occasione dell'imminente primo anniversario dell'inaugurazione del luogo sacro musulmano in via Gramsci a Nocera Inferiore. Alì, trentottenne tunisino, traccia un bilancio in chiaro-scuro di questo primo anno di vita della moschea e parla della necessità di ottenere un aiuto per proseguire il suo progetto mirato a garantire non solo un luogo di preghiera ai suoi compagni extracomunitari, ma anche un punto di riferimento su cui fare affidamento nel momento del bisogno.
«In un anno ci sono stati momenti felici ma anche difficili. C'è bisogno di un aiuto per mantenere in vita questa struttura e spero che il Comune ci faccia avere presto l'aiuto economico che ci ha garantito». Alì parla poi della recente vicenda che ha visto la polizia locale alla guida del comandante Giancarlo Correale usare il pugno di ferro contro i marocchini che praticavano il commercio occupando il suolo pubblico. «Sono ragazzi con moglie e figli da mantenere e con regolare licenza per vendere. Chiedo al sindaco di tenerne conto» al.te.