Angri. Assolti con formula piena per non avere commesso il fatto. É la sentenza emessa dalla Camera di Consiglio riunitasi ieri al tribunale di Melfi per i sei tifosi dell'U.S. Angri, arrestati nel gennaio del 2003 a seguito degli scontri tra la squadra locale e la tifoseria ospite. Soddisfatto l'avvocato difensore Enrico Farano di Cava de'Tirreni, che ha difeso quattro dei sei tifosi angresi, ovvero: Maurizio ed Ercole D'Antonio, Vincenzo Merlino e Carlo Semioli. A difendere Giancarlo Pentangelo e Antonio Apicella c'era stato Giovanni Morvillo. Commossi ed esultanti i tifosi che avevano sempre gridato alla propria innocenza già dalla sera dell'arresto a Melfi davanti allo stadio dove c'erano stati i tafferugli.
Quando l’auto dei carabinieri tornò indietro, una volta passata l'orda dei tifosi, avrebbe trovato appunto l'auto dei sei di Angri, targata Salerno, e avevano intimato loro di scendere. In caserma furono poi dichiarati in arresto. Rimessi in libertà dopo qualche giorno. Il legale cavese Farano procederà ora con la richiesta per i propri assistiti di un equo indennizzo, in base alla Legge Pinto, che prevede il risarcimento per l'arrestato laddove c'è stata la lungaggine del processo.
In questo caso oltre cinque anni dal fatto, che tra l'altro, è stato ritenuto insussistente. Meno di mezz'ora c'ha messo il collegio giudicante per assolvere i sei tifosi. Finanche le paventate «prove» all'interno dell'auto su cui erano stati fermati i giovani quella sera, non sono state considerate attendibili. Si trattava dell'auto di lavoro di uno degli arrestati. Anna Villani