Scafati. Lo avrebbero scaricato al pronto soccorso dell'ospedale di Castellammare, ormai in fin di vita e senza alcun documento di riconoscimento, il giorno stesso in cui era scomparso di casa, il 9 maggio scorso. In quell'ospedale, Vincenzo Sansone, 43 anni, pittore scafatese molto conosciuto con un passato da tossicodipendente, è morto poco dopo, si presume per overdose. Nessuno, però, in quella struttura, sapeva chi fosse, nessuno sapeva che era scomparso di casa e che la sua famiglia lo stava cercando.
La mamma ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri della tenenza di Scafati solo il 16 maggio scorso, quando orami erano già sette giorni che non aveva più sue notizie. Fino a lunedì sera, la speranza di ritrovarlo è restata viva. Vincenzo Sansone, soprannominato «Mennea», viveva con la mamma in un appartamento di via Cesare Battisti. Si era allontanato da casa già altre volte, per qualche giorno, ma era sempre ritornato. Ecco perchè i familiari hanno fatto scattare l'allarme solo una settimana dopo la sua ennesima scomparsa.
Questa volta, però, era tutto diverso. Dal momento in cui si era allontanato da casa, la mattina del 9 maggio, a bordo del suo scooter, il 43enne (che era in cura da anni presso il Policlinico di Napoli per una grave malattia) aveva fatto perdere completamente le sue tracce. Il suo telefono cellulare risultava sempre spento. Così, venerdì scorso, la mamma aveva deciso di rivolgersi ai carabinieri per avviare le ricerche. I militari si sono attivati subito per raccogliere informazioni fino a quando, lunedì sera, dall'ospedale di Castellammare di Stabia è giunta notizia che in quel presidio c'era da giorni la salma di un uomo di cui non si conosceva l'identità.
I familiari si sono precipitati nel comune napoletano sperando che quel cadavere non appartenesse a Vincenzo Sansone. Ma, una volta raggiunto l'obitorio dell'ospedale stabiese, la mamma e la sorella del pittore scafatese hanno riconosciuto quel corpo, contraddistinto da una cicatrice all'altezza del sopracciglio sinistro ed il tatuaggio sul braccio sinistro raffigurante un fantasma vestito di nero con un cappuccio ed una falce. Sembra che il 43enne scafatese sia morto per overdose.
Il mistero però resta. Si sta cercando di capire in compagnia di chi Vincenzo Sansone sia stato la mattina del 9 maggio e soprattutto chi lo abbia accompagnato, sembra a bordo di una Toyota Yaris, al pronto soccorso dell'ospedale di Castellammare, sempre quella mattina, scaricandolo li in fin di vita e senza documenti, per poi fuggire. (di Daniela Faiella)