Manifattura è guerra sul recupero dell’opificio

Cava de’ Tirreni. Il dibattito sul Puc sui progetti e sull'utilizzo dei vari contenitori della città si fa sempre più serrato. Nel pomeriggio di oggi alle 15,30 presso l'aula consiliare del Palazzo di Città è stato convocato il laboratorio conclusivo per la partecipazione pubblica alla redazione del documento di orientamento strategico. Alla riunione parteciperà, in rappresentanza della Regione, Maria Adinolfi, dirigente responsabile del Piu Europa delle città medie. Ma è sul progetto dell'ex Manifattura Tabacchi che nelle prossime settimane l'atmosfera si surriscalderà.

Da una parte v'è una idea progettuale del Sigaro Toscano, ultimo titolare della Manifattura, che prevede la realizzazione di un albergo e di strutture di edilizia residenziale e dall'altra il Malc (Manifattura alla città) «Cava Città della cultura e delle arti» , un coordinamento di associazioni portatore di un progetto di recupero dell'opificio per restituirlo alla fruizione della città. Proprio in questi giorni è stato chiesta dal Malc la documentazione degli atti per avviare un dibattito in città. «La nostra idea progetto – sottolinea Bruno Todisco, rappresentante del coordinamento di associazioni – vuole recuperare i tasselli della memoria storica della città, riportare in auge una struttura creando un filo di continuità tra il passato e il futuro e, infine, far riappropriare la città di un bene suo e che le appartiene».

Il progetto prevede nel primo corpo la realizzazione di sale espositive e convegnistiche, museo del tabacco e del sigaro, botteghe artigianali di qualità, spazi e sale per musicisti e di perfezionamento musicale; nel corpo B, edilizia residenziale per giovani coppie; nel corpo C, caffetterie, ristoranti di bioeccellenza e riuso del sottosuolo per la realizzazione di parcheggi e di box. «Per la città e per la sua valorizzazione – aggiunge Aldo Carbone, presidente delle Confcooperative – occorre lavorare in sintonia con l'amministrazione e dare vita ad un partenariato forte che vada al di là dei confini della stessa città, altrimenti rischiamo la gueraa tra poveri». (di Giuseppe Muoio)