Guerritore: io rimosso, Villani spieghi perché

Salerno. É trascorsa appena una settimana dal voto del Consiglio provinciale sulle intenzioni di voler liquidare Salerno Sviluppo. Una decisione che ha aperto un dibattito, anche dai toni accesi, all’interno del Pd, circa l’atteggiamento da tenere nei confronti delle società partecipate e sulla convenienza a tenerle o meno ancora in piedi. In tutti i casi a chiudere per prima i battenti sarà Salerno Sviluppo. La società, nata per la reindustrializzazione delle aree ex McM, finita nell’occhio del ciclone per alcuni imprenditori non proprio da prendere ad esempio di sana gestione, negli ultimi tempi è invece al centro della discussione politica per il «siluramento» del suo presidente Antonio Guerritore.

Una sostituzione che molti politici hanno giustificato principalmente per la collocazione di Guerritore all’interno del Pd, più che per la gestione della società che oramai è destinata allo scioglimento e quindi alla liquidazione. Si sente un sacrificato politico? «Non ho alcuna intenzione di fare polemica politica» Si dice che però Villani l’abbia silurata perchè lei è schierato con gli avversari del presidente della Provincia. «Tutti sanno che i miei riferimenti nel Pd sono Iannuzzi, Valiante e Andria» E De Mita? «Sono stato amico politico di De Mita fino a quando il presidente non ha fatto la sua scelta». E Ora? «Ora De Mita non è del Partito Democratico. É chiaro però che la politica è cosa diversa dai rapporti personali o dalle amicizie personali che ciascuno di noi può avere o coltivare».

Il suo rapporto con Villani? «Villani è il presidente della Provincia, un ente al quale sono anche affettivamente legato ed è un esponente del partito al quale anche io appartengo. Penso che i rapporti con lui siano sempre stati improntati alla massima franchezza e lealtà. Con qualcuno intorno a lui, forse, un pò meno». A chi si riferisce? «Le ripeto che non voglio fare polemica». Ma lei è stato silurato da un sindaco, Romano, amico di Villani, che l’ha fatta fuori dal Cda di Salerno Sviluppo mentre lei era all’estero. «Questo non appartiene alla politica, ma ai comportamenti e alla signorilità di ciascuno». Veniamo a Salerno Sviluppo «Io non ho nulla da dire». Ma come, la società sia avvia allo scioglimento, per la sua sostituzione stava addirittura saltando una seduta di consiglio provinciale e lei ritiene di non dover dire nulla? «La società Salerno Sviluppo ha un capitale sociale intatto.

A questo si aggiunga che c’è un residuo attivo, immediatamente esigibile, in cassa, di circa 890mila euro ed in più ci sono ancora varie proprietà oltre a un finanziamento di un milione e ottocentomila euro per costruire un incubatore per 20 piccole aziende e che era sospeso in attesa di conoscere il percorso della linea veloce ferroviaria che poteva passare proprio su quel terreno. Non so quante altre società in cui gli enti pubblici sono soci possono vantare una simile situazione contabile. Mi risulta che molte annegano nei debiti e i Comuni e la Provincia ci rimettono anche molti soldi». Sta dicendo che non andava liquidata? «La decisione di liquidare una società spetta ai soci. Se però non ci sono situazioni debitorie, è prassi che il presidente in carica provveda alla sua liquidazione. Nel mio caso è stato deciso diversamente». (Domenico Barbati)