Altri due rumeni sulla Bmw: scovati e denunciati

Castel San Giorgio. Omicidio Alfano, si chiude il cerchio. La polizia non soltanto acciuffa il terzo rumeno ricercato ma, grazie alle testimonianze raccolte in strada, individua e blocca anche un quarto uomo. Erano dunque in quattro a bordo della Bmw che domenica sera ha travolto la coppia di fidanzati in via Principati, uccidendo Salvatore Alfano di 35 anni e ferendo gravemente Veronica Siniscalco di 28. C.V. di 23 anni e R.D. di 26, quest’ultimo con precedenti penali, si erano rifugiati in una località cerniera tra le province di Salerno ed Avellino. Sono però stati rintracciati anche grazie alla collaborazione della comunità rumena di Montoro Inferiore, sconvolta per quanto accaduto e preoccupata per le conseguenze sulle loro stesse famiglie. Quando gli agenti della sezione Volanti, diretti dal vicequestore aggiunto Rossana Trimarco hanno fatto irruzione nell’appartamento dove avevano trovato ricovero, i due presentavano delle ferite provocate dal terribile impatto dell’auto a bordo della quale viaggiavano contro la vetrina di un negozio. I poliziotti li hanno prima accompagnati in ospedale per essere medicati (hanno entrambi ferite ritenute guaribili in tre giorni) quindi li hanno condotti in caserma per gli accertamenti di rito. Per entrambi è scattata la denuncia a piede libero per omissione di soccorso. Resta invece dietro le sbarre del carcere di Fuorni il responsabile della morte del 35enne di Castel San Giorgio, Bodac Mihai.

Pesanti, per lui, i capi di imputazione: omicidio volontario, lesioni gravi, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. È stato proprio il rumeno, messo alle strette dai poliziotti, a precisare quanto accaduto e ad indicare agli investigatori la presenza di un quarto uomo a bordo dell’auto. La sua versione dei fatti è stata poi confrontata con quella del minore, P.V. di 17 anni, il quale ha raccontato tra le lacrime l’accaduto. Anche il ragazzo, acciuffato nella stessa serata dell’incidente ha raccontato la stessa versione dei fatti. I tre rumenu maggiorenni sono tutti regolari: lavorano come operai in alcune aziende salernitane. Intanto nel suo lettino del reparto di Rianimazione del San Leonardo, Veronica combatte la sua battaglia per la vita. I medici del nosocomio salernitano lunedì pomeriggio l’hanno operata per la seconda volta per cercare di ridurle la frattura al perone della gamba sinistra. Ma la ragazza resta in coma. Nell’ultimo bollettino ufficiale emesso dall’ufficio comunicazione dell’ospedale si parla di un lieve miglioramento neurologico anche se la prognosi continua ad essere riservata. Nella nottata tra domenica e lunedì la 28enne era stata portata d’urgenza in sala operatoria per un improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute: i sanitari, difatti, hanno proceduto allo svuotamento di un ematoma epidurale. La tensione resta però alta in città contro i rumeni.

Domenica sera, subito dopo l’incidente, la polizia ha dovuto faticare parecchio per sedare gli animi dei testimoni dell’incidente. Quando difatti la gente in strada si è resa conto che Salvatore Alfano era morto, hanno tentato di linciare i rumeni superstiti. In molti, difatti, avevano notato il loro zigzagare ad alta velocità tra le auto bloccate nel traffico e quando affollavano la strada dello shopping. Momenti di tensione che si sono rivissuti anche fuori al pronto soccorso quando è giunta la notizie della gravitò delle condizioni ella ragazza e quando la polizia ha accompagnato fuori al pronto soccorso Bodac e il suo complice minorenne. Entrambi, difatti, sono stati accompagnati per un’uscita secondaria. (Petronilla Carillo)