A «Scenari pagani» l’ironia di Ovadia

Moni Ovadia, «il compagno Rabinovich», torna stasera a Pagani (Centro sociale, ore 21), nell’ambito di «Scenari pagani» con la sua TheaterOrchestra (Janos Hasur, violino; Albert Florian Mihai, fisarmonica; Vincenzo Pasquariello, pianoforte; Paolo Rocca, clarinetto, clarinetto basso; Emilio Vallorani, flauto, percussioni, balalaika). Attore, musicista, scrittore, Ovadia pone al centro del suo discorso la lingua, la cultura e la musica Yiddish, l’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e rumeno, la condizione universale dell’ebreo errante. Accanto a lui i musicisti danno vita ad una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia e sulla capacità trasformista di Ovadia che passa con disinvoltura dall’affettuosa parodia del gutturale ebreo dell’Est ai toni più morbidi del giudaico spagnolo o veneziano. Prende vita uno spettacolo che vive di un’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica, dal racconto orale alla fisicità della danza.

Fonte Il Mattino