Cava de' Tirreni. La Procura della Repubblica di Salerno invita il Comune ad  abbattere  altri  150 immobili abusivi dislocati in città e per cui non è possibile la sanatoria, visto i vincoli paesaggistici. L’Ufficio Esecuzione Penale  boccia inoltre l’operato di Palazzo di Città sulle demolizioni degli immobili abusivi avvenuti nel periodo tra il 1 ed il 31 aprile 2008. I 6 manufatti abusivi, tutti edificati in zona proibita, e che hanno portato a scontri, a proteste ed a una bomba carta piazzata dinanzi all’ingresso principale del Comune, potevano andare a terra senza la procedura lunga delle acquisizioni al patrimonio comunale, visto che il giudice penale a margine della sentenza di condanna, aveva associato alla pena prevista per il reato di abuso edilizio, la sanzione accessoria della demolizione, quindi immediatamente eseguibile. La tornata di abbattimenti potrebbe quindi avere un seguito, anche questo infelice per chi ha costruito dopo il 31 marzo 2003. Non solo con ruspe in azione, ma anche con proteste veementi e violente, con atti vandalici a danno delle istituzioni.

Dal dossier emergono particolari inquietanti. In primis la procura comunica che sono in via di conclusione 150 procedimenti penali a carico di cittadini cavesi che hanno costruito in zone dove dalle leggi vigenti non è ammessa nessuna sanatoria. Appena trasmesse le sentenze di condanna, si legge dalla nota, il Comune dovrà demolire senza se e senza ma. Senza indugi. Senza acquisire nulla. Altrimenti la Procura si sostituirà alla Regione prima, che ha individuato l’impresa a cui gli enti possano far riferimento per le demolizione, e poi al Comune e con l’ausilio del genio militare cancellerà il mattone illecito.  

Nel vademecum della Procura si  precisa che, dopo aver analizzato il caso demolizioni cavese, gli immobili abusivi che possono essere oggetto di decreto di demolizione non sono solo quelli sorti nelle zone rosse, ciòè ad alto rischio idrogeologico, ma in ogni punto della città, dimenticati, dal Comune nella pratica demolizioni, come gli stretti vincoli per la tutela del paesaggio e dell’ambiente, come da leggi regionali e classificazione della Sovraintendenza,  a cui la città è sottoposta nel suo complesso. E quindi contestualmente si invita Palazzo di Città, dinanzi a precise indicazioni del giudice penale, a non indugiare, a non usare due pesi e due misure. Ma non è tutto. Le 6 demolizioni avutesi ad aprile potevano essere di gran lunga anticipate.

Come le bombe e le proteste. La procura infatti sottolinea come le acquisizioni al patrimonio comunale, propedeutiche alla demolizione per la legge 380 del 2001, avviate già nel 2004, hanno fatto perdere solo tempo e denaro. Infatti limitatamente ai 6 immobili già andati giù la procedura era praticamente inutile visto che il giudice penale aveva già ordinato la demolizione, inquadrandola come sanzione accessoria. La stessa che dava diritto al Comune di demolire subito.  Per la procura bisogna continuare ad abbattere per non far si che le 6 demolizioni rimangano evento sporadico. (di Vincenzo Lamberti)