Cava de' Tirreni. Altri 150 immobili abusivi ad andare giù sotto i colpi delle ruspe del genio militare, con le operazioni coordinate dall’Ufficio dell’Esecuzione Penale, distaccato presso il Tribunale della Repubblica. Sono quelle costruite tra il 1998 ed il 2003 in tutta la città, a ridosso delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Intanto l’assessore all’Urbanistica Rossana Lamberti precisa: “L’operato della giustizia penale è indipendente dall’iter amministrativo in cui noi siamo stati impegnati per reprimere il fenomeno dell’abusivismo edilizio, per acquisire e demolire gli immobili in zona rossa che continueranno a breve”.
Procura e Comune schierati nella lotta al mattone illecito. Ed è stata la medesima ad invitare Palazzo di Città, nella nota inviata in data 28 aprile 2008, dopo la tornata dei 4 abbattimenti condizionata da scontri, polemiche e bomba carta, ad andare avanti. Se ad aprile 2008 ad andare giù erano stati tutti manufatti abusivi realizzati dopo il 2003, in zona ad elevato rischio idrogeologico, ora la procura invita a terminare le demolizioni in zona rossa, poi a procedere su quelle dal 2008 a ritroso, poi concentrarsi sugli abusi perpetrati tra il 1998 ed il 2003. E proprio su questi la Procura della Repubblica, distaccata presso il Tribunale di Salerno ha acceso i suoi riflettori. Complici i numerosi esposti pervenuti da parte di cittadini che si erano visti abbattere la loro casa costruita nel 2003, e rimanere in piedi quelle edificate in maniera illecita nel quinquennio precedente, la Procura ha svolto degli accertamenti. Si tratta di circa 150 immobili, tra case, garage e piccole palazzine, distribuite su tutto il territorio comunale. Tutte legate da un filo conduttore. Sono state edificate senza le prescritte autorizzazioni e tra l’altro in zone, come del resto è tutta la città, sottoposte al vincolo paesaggistico, architettonico ed ambientale.
Per questi abusi, la Procura ha comunicato a Palazzo di Città la fine dei procedimenti penali, requisito fondamentale per la demolizione. Nella maggior parte dei casi, il giudice oltre alle pene per abuso edilizio e per disastro ambientale, ha associato, come si nota da molte sentenze di condanna, la sanzione accessoria della demolizione e contestuale ripristino dei luoghi. La demolizione da parte del genio militare potrebbe essere immediata, ma l’iter non è ancora concluso. La procura ha inviato tale informativa al Comune per conoscere se per alcuni immobili, oggetto di sentenza penale, Palazzo di città ha attivato, oltre che le normali procedure di acquisizione ed ordine di demolizione, qualche procedura ostativa all’efficacia della sanzione accessoria, sulla base di una richiesta dei proprietari.
Molti immobili costruiti nel 1998 avrebbero inoltrato all’ufficio condono di Palazzo di Città per sanare l’abuso. Secondo una stima approssimativa il condono successivo al 98 avrebbe sanato circa una 30 di immobili. Per cui l’Ufficio Esecuzione Penale potrà demolire solo quelli per cui le leggi vigenti non prevedono ne hanno previsto la possibilità di sanatoria. All’appello quindi rimangono un centinaio di abusi, che la Procura dovrebbe cancellare.
(di Vincenzo Lamberti)