Nocera Inferiore. La Gori prende ufficialmente possesso della gestione del servizio idrico integrato di Nocera Inferiore. Succederà fra pochi giorni, esattamente il primo luglio. Per questo la maggioranza, riunitasi lunedì sera, ha ravvisato l'urgenza di affrontare la questione anche se le speranze di scongiurare l'insediamento della società a palazzo di città sono ridotte al lumicino avendo il Comune nocerino perso già due gradi di giudizio.
Scartata la possibilità di convocare un consiglio comunale monotematico, la maggioranza di centrosinistra ha deciso di portare ugualmente la questione in aula lunedì prossimo quando si discuterà del nuovo piano rifiuti. Le proteste negli altri comuni, comunque, non hanno sortito alcun effetto e anche Nocera Inferiore sembra doversi rassegnare ad una gestione dell’acquedotto che, così come altrove, ha fatto registrare non pochi aumenti dei costi in bolletta. «Lunedì daremo notizia – dice l'assessore all'urbanistica Vincenzo Petrosino – delle decisioni che assumeremo in queste ore per cercare di opporci fino alla fine all'arrivo in città della Gori ma le speranze sono davvero poche». Pende ancora il ricorso al tar presentato dal Comune rispetto alla certificazione dell'avvenuta conclusione della conferenza dei servizi con l'assenza del Comune di Nocera Inferiore ma per il resto rimane poco da fare.
L'unica azione ancora in campo è il documento di Castellammare che Nocera Inferiore ha sottoscritto assieme ad altri quindici Comuni del territorio per chiedere la convocazione dell'assemblea dell'ATO3 alla quale sarà obiettato che l'affidamento del servizio idrico alla Gori sia stato votato da un cda composto da tre soli elementi. Gori a parte, la maggioranza ha affrontato anche la questione Dfc «Che – ha ribadito il consigliere Raffaele Napoletano – è e resta con il centrosinistra». Ancora non chiara resta la posizione di Emilio Gambardella, assessore di riferimento che se dovesse ufficializzare il suo passaggio al Pd, creerebbe un sovraccarico di poltrone in carico al neonato partito e un conseguente squilibrio politico che potrebbe portare il primo cittadino a rivedere l'assetto della sua giunta. (il Mattino)