Sicignano degli Alburni. «Ho avuto un incidente, si è incendiato il camion, è tutto distrutto, la mia vita è distrutta … », sono le parole disperate pronunciate da Giuseppe Agrusti, il trentenne di Sicignano degli Alburni che, durante un trasferta di lavoro sul tir, ha travolto tre operai in Toscana, provocando la morte di uno di questi. Le parole sono quelle dette frettolosamente alla famiglia, al telefono. Giuseppe è distrutto dal dolore per la morte di un ragazzo, lo è al di là delle responsabilità, di tutte le conseguenze e gli strascichi che ci saranno. Resta in lui il dolore per la morte di un giovane come lui, che come lui lavorava duramente, che era lì per cercare un lavoro stabile e che invece la trovato la sua tragica fine. Per Giuseppe invece c’è già l’accusa di omicidio colposo. Giuseppe, dipendente di un'azienda di trasporti di Battipaglia, era stato chiamato dal titolare per un viaggio a Torino, anche se era in ferie. Per il suo attaccamento al lavoro, la sua disponibilità, malgrado fosse in vacanza da alcuni giorni, la sua risposta era stata immediata. Così è partito nel pomeriggio di lunedì, insieme ad altri due camionisti. In tre per Torino, dove avrebbero dovuto scaricare della merce. Dopo poche ore di viaggio, in Toscana, si è consumata la tragedia, a cui hanno assistito anche i suoi compagni, gli stessi che potranno testimoniare sulla dinamica dello scontro. Lungo l'autostrada erano in corso dei lavori di rifacimento della segnaletica, con i tre operai della ditta Fau ad eseguirli. Inevitabile il restringimento di carreggiata. Secondo una prima ricostruzione, ed ascoltando anche alcuni testimoni, sembrerebbe che un'auto ha accelerato per superare il pesante mezzo guidato dall'autista di Sicignano. Nel tentativo di evitare quest'auto, il tir avrebbe travolto il furgoncino con a bordo due dei tre operai. Nell’impatto sono divampate le fiamme, i due mezzi si sono incendiati, un operaio napoletano è morto, un secondo autista di tir si è fratturato un dito dopo che si è catapultato fuori dall'abitacolo in fiamme. Una tragedia per l’operaio morto e per quello di Sicignano che si dispera, che cerca di capire, è sotto choc e ritiene la sua vita ugualmente distrutta. Un lavoro, quello di Giuseppe Agrusti, scelto con passione alcuni anni fa. Conosciuto per essere una persona responsabile ed affidabile, un ottimo guidatore, in tanti ieri, a Sicignano, dove la notizia si è sparsa in un baleno, non si capacitavano dell'accaduto. La sua stessa famiglia, i genitori di Giuseppe, persone semplici, perbene, «piangono per quanto accaduto al giovane che è morto», come per il proprio figlio e per quello che tutto questo significherà per la propria vita.
Margherita Siani, Il Mattino