Sono 26 i punti che Palazzo Santa Lucia ritiene contrari a quanto stabilito, come l'aumento posti letto che verrebbe dalla fusione degli ospedali di Nocera Inferiore e Pagani
La Regione boccia il piano aziendale del sub commissario dell'Asl di Salerno, Maurizio Bortoletti. Sono 26 i punti dell'atto sulla riorganizzazione aziendale che Palazzo Santa Lucia ritiene contrari a quanto stabilito dal decreto 49. Come l'aumento dei posti letto che verrebbe fuori dalla fusione degli ospedali di Nocera Inferiore e Pagani: 420 rispetto ai 372 previsti dal decreto. E la realizzazione del dipartimento strutturale donna-bambino e di quello cardiovascolare previsto a Battipaglia ma assolutamente non contemplato nel decreto regionale. La Regione chiede chiarimenti sulla definizione «intraospedalieri» usata nel piano di Bortoletti. Contraria al decreto 49 sarebbe anche la conversione dell'ospedale di Scafati, dove l'Asl afferma di aver trasferito già l'unità operativa di fisiopatologia respiratoria e programma di attivare una terapia sub-intensiva respiratoria. Da Palazzo Santa Lucia si controbatte che quel presidio è «destinato ad ospitare esclusivamente le seguenti discipline: recupero e riabilitazione funzionale, lungodegenza e medicina generale».
Anche la conversione del presidio di Agropoli alimenta dubbi. Soprattutto sulla definizione dell'ospedale di genere. In questo caso, il colonnello dei carabinieri, nominato alla guida dell'Asl sei mesi fa, è obbligato a «distinguere con maggiore dettaglio le attività ospedaliere e le attività residenziali». Il presidio di Agropoli, inoltre, perderebbe quattro posti letto, assegnati invece al futuro ospedale della Valle del Sele: «non è giustificato» sottolineano i tecnici della Regione. Non sarebbe ben definita neppure la riorganizzazione dell'ospedale di Sarno, l'unico presidio a norma che esiste in Campania. Perché, nel piano di Bortoletti si rinvia «la definizione complessiva dell'organizzazione dell'ospedale». Resta da chiarire, inoltre, la tipologia dei pazienti a cui è destinato l'ospedale «comunità» di Polla-Sant'Arsenio. Per questo presidio, e per gli ospedali di Vallo della Lucania e di Sarno, sarebbero stati conteggiati erroneamente anche il numero dei posti letto. Infine, nella riorganizzazione dell'assistenza perinatale, tra le strutture interessate sarebbe stata inserita anche la clinica accreditata Tortorella che ha un numero di parti inferiore a 500. La Cgil insorge contro il commissario: «lo avevamo definito un illusionista, ma non sa fare nessuna magia».
Angela Cappetta
dal corriere del mezzogiorno.it