Il complesso è posto ai piedi della collina di San Pantaleone, sul confine tra Nocera Inferiore e Pagani, sul principale asse di collegamento. Già esistente agli inizi del Trecento, oggi presenta due corpi distinti, il più recente dei quali fu edificato in seguito ai notevoli danni che il convento e la chiesa subirono dopo una violente tempesta nel 1742, quando fu rifatta anche l’antica chiesa, della quale erano crollati il coro e la facciata e il campanile. Si accede al complesso da un ornato portale classicheggiante del secolo scorso; nella chiesa, posta in fondo al cortile, si conservano altari marmorei e dipinti, tra cui una tela di Angelo Solimena (1680), una Madonna ‘bruna’ oggetto di venerazione, posta nella seconda cappella laterale di destra e una bella tela con l’Annunziata sopra l’altare maggiore, degli inizi del '600.

 

 

 

 

Ai confini dei Comuni di Nocera Inferiore e di Pagani, all'incrocio della strada che da Salerno porta a Napoli si erge il monastero di S. Chiara, abitato dalle Clarisse. La datazione della sua costruzione non può essere determinata con sicurezza, in quanto non è stata ritrovata la bolla pontificia di fondazione, né esistono notizie certe di cronisti dell'epoca che possano permettere la datazione esatta della costruzione del monastero. Una tradizione popolare, ritrovata nelle cronache del tempo, colloca la presenza della Clarisse nel territorio di Nocera dopo il 1283 e fissa alle falde della collina di San Pantaleone l'ubicazione del Convento che fu poi distrutto a seguito di un'alluvione violenta. Le due monache superstiti furono alloggiate presso un ospizio dei frati con chiesetta che è da ritenersi il nucleo primitivo dell'attuale convento.

Benché questa tradizione non sia suffragata da documenti , non sembra tuttavia lontana dalla realtà degli avvenimenti. Prova ne è che il complesso architettonico dell'attuale monastero è costituito da due corpi ben distinti: un'ala bella e grandiosa costruita nel secolo XVIII e un secondo complesso a tre bracci con le caratteristiche proprie di una costruzione medioevale. Uno dei tre bracci è attaccato alla chiesa con parlatorio e piccole celle e dimostra che fu costruito dalle religiose sia perché non fu curata per nulla l'estetica della costruzione stessa e sia perché si notano le grandi difficoltà che si dovettero superare per curare gli allacciamenti degli stabili. I tre lati dell'edificio, uniti a sud da un alto muro di cinta che si estende dietro le abitazioni private, costituiscono a centro un piccolo e suggestivo giardinetto.

 

 

Anche la chiesa del monastero di Santa Chiara ha subito profonde trasformazioni, soprattutto dal 1800 ai giorni nostri per cui non è possibile risalire al suo stile primitivo. La chiesa presenta all'esterno la facciata monocuspidata con una grande finestra al centro, protetta dalle grate dove sono sospese due campane; sul portale, al centro, si ammira un effige di San Francesco, circondata da una grande cornice in stucco.

L'attuale sacro edificio presenta una navata centrale di piccole dimensioni con cinque cappelle laterali ove sono sistemate le statue di San Francesco e Santa Chiara; gli altari laterali sono cinque, il coro è sostenuto da due tozze colonne in muratura di ordine dorico, la sacrestia si trova in un locale sul lato destro quasi al centro della chiesa. Prima di giungere alla sacrestia si può ammirare il pulpito settecentesco in legno dorato, molto bello nella sua semplicità. L'altare maggiore è sormontato da una bella tela della Vergine SS.ma Annunziata di cui si ignora l'autore. Nel presbiterio, sulla parete sinistra è murata una lastra marmorea con l'iscrizione, che dichiara l'altare privilegiato. Di rimpetto si ammira una grossa grata in ferro battuto, attraverso la quale le religiose ricevono la S. Comunione ed ascoltano la messa; è circondata da una artistica cornice marmorea sormontata da due teste di angioli e dallo Spirito Santo. Il coro, rivestito in legno con il soffitto in rete metallica, si eleva in fondo alla chiesa ed è con essa comunicante attraverso una grata di ferro. Al centro del coro si ammira, su di un cippo in muratura rivestito in legno l'affresco della Vergine SS. delle Grazie; esso , solo in parte è originale in quanto una mano ignota ha deturpato il viso della Vergine che doveva essere molto bello ed espressivo