Cina e Tibet: questione di punti di vista

"Si chiedono i cinesi con quale faccia tosta governi e governanti minaccino il boicottaggio delle Olimpiadi sulla base di presunte violazioni dei diritti umani. Non solo non considerano violazione l'esercizio del proprio diritto di sovranità e la difesa della sicurezza dei propri cittadini, ma sono convinti che la reazione delle proprie forze di polizia sia stata di gran lunga più umana e contenuta di quella che la polizia di Los Angeles o quella di Parigi esercitano ogni notte contro i dimostranti o contro le minoranze etniche. Non si spiegano le reazioni americane e gli inviti ipocriti alla moderazione mentre le loro Forze armate e quelle di polizia stanno facendo massacri giornalieri in Afghanistan e in Iraq, paesi sovrani illegalmente invasi e occupati."

E' solo un piccolo pezzo dell'articolo che Fabio Mini ha pubblicato sul numero di Limes dedicato al Tibet e alla Cina. Uno spunto per dire anche la mia sul caso: Cina Tibet, Olimpiadi. solo due cose, non voglio dilungarmi.
Uno: il problema dell' "indipendenza" del Tibet e le Olimpiadi sono due cose ASSOLUTAMENTE DIVERSE. l'incompatibilità tra il governo cinese e il Dalai Lama non è un problema nato ieri, quando ne abbiamo sentito parlare alla televisione, quando Sarkozy lo ha scoperto. Il problema c'era già sette anni fa quando è stato deciso che Pechino avrebbe ospitato le Olimpiadi di quest'anno. Se il problema Tibet fosse stata una discriminante, perchè non dirlo allora? Dunque, checchè si dica riguardo al comportamento pessimo che il governo cinese ha tenuto nei confronti dei dimostranti NON DEVE RIGUARDARE LE OLIMPIADI.
Due: mai parlare di cose che non si conoscono. E soprattutto: mai dare retta ai media. L'informazione spicciola sta diventando la nostra croce. Siamo schiavi di quella che pretende essere informazione obiettiva  e che invece è di parte già nella scelta degli eventi da rendere noti. Quello che temo è che si corre il rischio di farsi trasportare da informazioni che fanno scalpore senza approfondire, senza guardare l'altra faccia della medaglia, assecondando inconsapevolemente i progetti di una "mente superiore", che si avvale della forza dei media per plasmare il nostro pensiero.
Anche i cinesi lo fanno con i cinesi. Lo hanno imparato da noi. come hanno imparato ad essere falsi e arrivisti.
Da chi avranno imparato a reprimere i dimostranti in questo modo? io un'idea ce l'avrei…
Antonella Faiella