Roccapiemonte. Promosso a Roccapiemonte un convegno concernente il rapporto che oggigiorno sussiste tra i giovani e il lavoro, di sempre più complicata conciliazione. Importante anche la presentazione del progetto Policoro che la chiesa italiana ha messo in atto a favore dei disoccupati del sud Italia.
Il futuro dei giovani in termini di occupazione: questo il tema del convegno promosso dalla commissione diocesana pastorale del lavoro e della solidarietà in collaborazione con il gruppo Porta Aperta Onlus. Sede dell’incontro il liceo scientifico di Roccapiemonte, che ha visto un ampio dibattito tra i giovani e gli strati del mondo lavorativo.
Un’iniziativa senza dubbio importante, in quanto mette insieme esperienze, risorse, potenzialità, competenze attraverso idee e proposte che vedono coinvolte organizzazioni imprenditoriali e sindacali, ma anche iniziative private quali la gioventù francescana o l’azione cattolica, riunite col tentativo di avviare a risoluzione concreta il problema della disoccupazione giovanile, specie nelle aree del Mezzogiorno italiano.
“Siamo di fronte ad una difficile situazione a livello nazionale e locale – spiega Edoardo Tafuto, dirigente della Caritas diocesana – Il mondo del lavoro locale, in particolar modo, combatte quotidianamente contro lo spettro della disoccupazione, testimoniato dall’abbandono delle zone nostrane da parte di numerosissimi giovani che si recano altrove per trovare lavoro.”
Allarme non di certo trascurabile quello lanciato dal dirigente della Caritas Tafuto, che denuncia una crisi economica ormai entrata nello standard di vita di un popolo, quello del meridione in particolare, che potrebbe rischiare un vero e proprio crollo economico, provocando sfiducia nelle proprie potenzialità e nelle istituzioni. Ma c’è anche chi, pur consapevole dell’attualissima crisi economica del nostro stivale, non stenta a mostrarsi fiducioso in un proficuo avvenire, come Massimo De Rosa, presidente del progetto Policoro, che avanza l’esigenza di dover rimuovere degli aspetti concettuali negativi e infruttuosi da parte dei giovani: la rassegnazione, il non credere ne futuro, il non credere nelle istituzioni. Solo in tal modo sarà possibile fronteggiare il problema dell’occupazione giovanile in prospettiva futura.
Raffaella Garzillo