È finito in manette per avere nuovamente danneggiato i locali della struttura di riabilitazione che lo ospitava da diverso tempo. Dovrà rispondere di violenza privata e danneggiamento per avere letteralmente devastato alcune stanze del centro «Le Mimose» di Nocera Superiore. Antonio Sica, cinquantenne originario di un piccolo paese della provincia di Salerno, ma da tempo domiciliato a Nocera Superiore, si è visto revocare il beneficio della libertà vigilata dopo l'ennesimo episodio di violenza che lo ha visto protagonista, ai danni della struttura nella quale era ricoverato per seguire un percorso di riabilitazione psichiatrica. Già noto alle forze dell'ordine per avere già in passato violato la legge, danneggiando sempre la struttura di riabilitazione a cui era stato affidato, per Sica è stato disposto l'arresto, in considerazione della pericolosità sociale manifestata negli ultimi tempi. Dopo l'ennesimo episodio che lo vedeva dare in escandescenza, registrato lo scorso 23 ottobre, per Sica si sono aperte le porte della casa circondariale di Salerno, dove è stato condotto dai carabinieri della stazione di Nocera Superiore nella serata di domenica scorsa. L'uomo, proprio per precedenti specifici, era già sottoposto alla misura della libertà vigilata, ma alla luce di quanto accaduto e denunciato all'interno della struttura «Le Mimose» di Nocera Superiore, il Tribunale di Nocera Inferiore ne ha disposto l'arresto, accogliendo la richiesta del pubblico ministero che ha valutato ormai incompatibili con il centro di riabilitazione le condizioni di Sica. Il provvedimento restrittivo, emesso lo scorso 18 novembre, è stato eseguito, poi, domenica, al domicilio di Sica. Un episodio, questo, che in un contesto come quello di Nocera Superiore, in cui hanno sempre operato strutture psichiatriche, pone un interrogativo inquietante circa la possibilità concreta di un reinserimento sociale di chi, suo malgrado, si trova a combattere con problemi psichici e psichiatrici di una certa importanza.