Dipendenti in rivolta l’ufficio delle Poste troppo pericoloso

Pagani. La battaglia per rendere più sicuro l'ufficio postale di Pagani approda in consiglio comunale e finisce nella mani del direttore provinciale delle Poste. Dopo la commemorazione, con la consegna della cittadinanza onoraria alla memoria del tenente dei carabinieri, Marco Pittoni, rimasto ucciso durante la rapina all'ufficio postale di corso Padovano, gli amministratori di Pagani si fanno promotori verso la direzione provinciale delle Poste per garantire maggiore sicurezza ad operatori ed utenza della città. I dipendenti paganesi, infatti, hanno già fatto sapere ai propri superiori che se l'ufficio resta ancora come un «supermercato», non rientreranno al loro posto. «Mi faccio promotore delle istanze di tutti i dipendenti dell'ufficio postale di Pagani – ha dichiarato il consigliere comunale e dipendente delle Poste, Gino Mongibello – In quell’ufficio postale, dal primo giorno, dall'inaugurazione avvenuta dopo i lavori di restyling, abbiamo detto che ci sarebbero potuti essere dei seri problemi per la sicurezza dell'utenza e degli stessi operatori. Purtroppo abbiamo avuto ragione». Mongibello, ultimo a parlare con il tenente Pittoni quel tragico venerdì mattina, aveva già domandato alla direzione provinciale delle Poste, insieme alla direttrice dell'ufficio postale della città, di creare un sistema di ingresso e uscita dall'ufficio molto simile a quello delle banche.

«Questo ufficio è come un bar, come un supermercato. Con l'ingresso aperto su strada a chiunque – ha ripetuto Mongibello anche in consiglio comunale – Nei miei trenta anni alle Poste, a memoria, è la prima volta che Pagani subisce una rapina. Capisco i nuovi e moderni arredi, ma quando stavamo blindati eravamo tutti più sicuri. Per questo, chiedo al sindaco ed all'intera amministrazione, di farsi promotori delle istanze dei dipendenti. Hanno paura e non torneranno al lavoro fino a quando non si sentiranno sicuri». La sicurezza domandata, è la stessa che cercavano di spiegare al tenente pochi istanti prima del conflitto con i banditi. Lui, il giovane ufficiale, avrebbe dovuto descrivere in una dettagliata relazione da inviare alla direzione provinciale delle Poste, pericoli e rischi della struttura.

(di Lucia Trotta)