Falsi braccianti agricoli valanga di assoluzioni

Nocera Inferiore. Sentenza clamorosa per le truffe Inps. Il primo collegio del tribunale di Nocera Inferiore condanna solo due imputati sui 51 a giudizio: tutti gli altri sono stati assolti con il secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale, per certi versi assimilabile alla vecchia insufficienza di prova. Ad essere condannati, a un anno di reclusione, solo il trentaseienne Giuseppe Chiavazzo di Angri e il cinquantatreenne Nicola Perito di Sant'Egidio del Monte Albino, pena sospesa, per emissione di alcune (foi) fatture per operazioni inesistenti. Ad essere stati rinviati a giudizio erano Andrea (61 anni) e Felice Colombino (66 anni) di San Marzano Sul Sarno (difeso dall'avvocato Tommaso D'Avino), Gerardo Fantasia (47 anni, assistito dal legale Maria Cammarano) di Scafati, Maria Grazia Annunziata (26 anni), oltre a Chiavazzo (difeso dagli avvocati Silvio e Vincenzo Calabrese) e Perito (assistito dall'avocato Guerino Morrone) e a una cinquantina di braccianti agricoli. Secondo la procura nocerina esisteva un'organizzazione che truffava l'Inps attraverso falsi in scritture private, emissioni di fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere l'Iva, l'Irap, l'Irpeg, promossa dai Colombino. Le indagini ruotarono attorno alla cooperativa Multiservice di San Marzano Sul Sarno. I Colombino assieme a Fantasia avevano costituito la cooperativa solo per simulare l'assunzione dei braccianti agricoli, predisponendo anche false fatture di acquisto di prodotti agricoli da parte della Cmosc (Centro meridionale ortofrutticolo Colombino sud) di Scafati, grazie anche a false fatture fornite da Chiavazzo e Perito. I fatti contestati dalla procura della Repubblica di Nocera Inferiore risalivano ai primi anni del duemila e avevano comportato l'acquisizione di una notevole documentazione a corredo dell'inchiesta che aveva visto iscrivere sul registro degli indagati anche oltre 100 persone, per lo più braccianti agricoli, quasi tutti accusati di truffa ai danni dell'istituto di previdenza sociale per aver sostenuto di aver lavorato presso la cooperativa Multiservice un numero di giornate tali da avere diritto all'indennità varie, come quella di disoccupazione, previste come sostegno del mondo dell'agricoltura e dei suoi lavoratori. Il primo collegio del tribunale nocerino, presieduto dal giudice Anna Allegro, sempre tenendo conto del secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale ha sentenziato in alcuni casi che la legge non prevedeva il fatto come reato, che l'associazione a delinquere non esisteva e alcuni reati contestati non si erano mai verificati. I giudici hanno anche depositato contestualmente i motivi della loro sentenza. L'inchiesta fece grande scalpore nel 2005 quando si seppe dell'indagine e del coinvolgimento di così tante persone per una delle classiche attività investigative che riguardavano i falsi braccianti agricoli e i tentativi di truffare l'Inps. Un settore, quello dei falsi braccianti, che ancora affolla le procure oberate da tantissime indagini che spesso si concludono con la condanna sia di chi assume falsamente che dei lavoratori.

Il Mattino