Farmacie ex Asl Sa3, altri due giorni di “serrata”

Resteranno chiuse lunedì e martedì. La protesta rischia di estendersi in tutta la provincia

                    

 

Le farmacie dell’ex Asl Salerno 3 (comprensorio sud della provincia di Salerno) resteranno chiuse lunedì 20 e martedì 21 luglio 2009. E’ il secondo atto della protesta proclamata il 4 giugno scorso. Un primo giorno di serrata era stato attuato lo scorso 29 giugno. Il successivo sarà il passaggio all’assistenza indiretta. Sotto accusa l’Asl Salerno che da febbraio scorso non ha provveduto al pagamento delle mensilità di marzo e aprile 2009 mentre è scaduta anche quella di maggio 2009. Drammatica è la situazione delle 97 farmacie rurali (su un totale di 144) che operano in piccoli centri con modesti bacini di utenza e la cui sopravvivenza è legata, quasi esclusivamente, al mandato mensile del Servizio Sanitario Nazionale. La fusione delle tre Asl salernitane, con la riunione delle tesorerie, ha messo in ginocchio anche la cassa della più virtuosa ex Asl Sa 3, ormai travolta dai debiti delle altre. E’ evidente  il problema dei pignoramenti da parte dei creditori. Presso l’Asl di Salerno vi sono somme pignorate dell’ordine di 200 milioni di euro e le rimesse mensili sono oggetto di costanti, ulteriori pignoramenti, tali da mettere a rischio, mensilmente, gli stipendi del personale.Temo – ha dichiarato il presidente di Federfarma Salerno Leonardo Accarino (foto) –  che la protesta delle farmacie sia destinata, a breve, ad estendersi a tutto il territorio della provincia di Salerno nella quale operano colleghi che lamentano ritardi di pagamento dai nove ai quindici mesi”.Negli ultimi 5-6 anni la maggior parte delle farmacie della Campania è stata costretta a costose, lunghe e complesse transazioni per incassare, ormai sommerse dai debiti, le proprie spettanze attraverso operazioni di factorizzazione. Ma l’attuale crisi finanziaria della Sanità Regionale, in assenza delle risorse statali del piano di rientro dal deficit, rischia di essere irreversibile, e comunque, incompatibile con le esigenze delle farmacie. “La via d’uscita che da tempo stiamo proponendo – ha continuato il presidente Accarino – sull’accentramento delle procedure di pagamento alle farmacie, ha trovato e trova ancora, incomprensibili resistenze, malgrado applicata, con successo, in altre regioni”. Da sottolineare che i dati dell’Osservatorio sul Consumo dei Farmaci della Regione Campania, presentati presso l’Auditorium della Giunta Regionale il 2 luglio scorso, hanno confermato che la spesa farmaceutica territoriale è, ormai da qualche anno, in linea con le risorse stanziate, dimostrando che i finanziamenti del settore vengono assorbiti da altri capitoli della spesa sanitaria, generando il perverso meccanismo delle azioni legali, che costa, fra interessi e spese, circa 200 milioni di euro/anno alle casse della Regione. L’attuale stretta creditizia, infine, non consente, ormai, nemmeno ulteriori, insopportabili indebitamenti.“E’ inevitabile dunque – ha sottolineato Accarino – che i farmacisti adottino un’azione di difesa dell’attività, delle famiglie dei dipendenti e delle proprie. Siamo ben consapevoli del nostro ruolo professionale, ciò che non deve sfuggire è che “i Cittadini” per noi sono “persone” spesso “malate”, conosciute individualmente, che frequentano quotidianamente le farmacie e con le quali si è creato un forte rapporto umano, prima ancora di quello professionale. Essere costretti a forme di protesta, o meglio, di difesa, viene vissuto, prima che da altri, da tutti noi con grave disagio, ben consapevoli di non essere bottegai, ma, altrettanto consapevoli di non essere banche”.