Nell’ambito del progetto “I GIOVANI PRESIDIANO IL PARCO PRESIDIO DI BIODIVERSITÀ”, Martedì, 21 luglio 2009 dalle ore 15.30, si terrà nella sala consiliare del Comune di Nocera Inferiore una giornata di formazione dedicata al territorio del Parco Regionale dei Monti Lattari
INTERVENTI PREVISTI
ore 15.30
– Sindaco di Nocera Inferiore, Antonio Romano
– Assessore alle Politiche Ambientali Comune di Nocera Inferiore, Luca Pucci
Saluti
ore 16.00
– Dr. Antonino Schisano, funzionario Ente Parco Regionale dei Monti Lattari
Il Parco Regionale dei Monti Lattari e le Aree Protette
Ore 17.00
– Arch. Francesco Santoro, Italia Nostra
Recupero e tutela del patrimonio naturalistico, storico-artistico-archeologico. Sviluppo e turismo sostenibile nei comuni dei Lattari
Il Parco dei Monti Lattari
Il Parco dei Monti Lattari si presenta come una realtà variegata e alquanto particolare, per il suo collocarsi “a cavallo” tra due realtà diverse, quella della Costiera amalfitana e della Penisola sorrentina. Estendendosi per ben 16.000 ha, il Parco ricomprende al suo interno 27 Comuni, dislocati tra la provincia di Salerno e quella di Napoli. Un insieme “policromo” che spazia dalle aree montane a quelle costiere e che, se da un lato risulta essere un’importante risorsa, dall’altro appare di difficile gestione, non solo in virtù della “anomala” collocazione del territorio, ma anche a causa delle particolari condizioni geomorfologiche che lo caratterizzano. Una delle priorità fondamentali del Parco è sempre stata quella di superare i “gap” esistenti, tesa a creare una maggior coesione sul territorio attraverso un sostanziale riequilibrio dei diversi fattori: in questo modo il Parco è divenuto un Ente di riferimento territoriale. Grazie al progetto di Educazione Ambientale promosso, l’Ente Parco dei Monti Lattari si è confermato un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, coinvolgendo in maniera efficace soggetti diversi, come Enti e associazioni che hanno aderito e collaborato sia direttamente che indirettamente. Grazie a questa partecipazione a 360° è stato possibile far sì che il territorio si muovesse in maniera unanime, così da favorire, non solo una tutela maggiore e uno sviluppo più sostenibile, ma anche una più accentuata penetrazione culturale del Parco rispetto al territorio stesso.