Nocera Inferiore. Criminalità organizzata, delinquenza diffusa proveniente anche dall’area napoletana, comportamenti socialmente censurabili. Ecco, nell’analisi del questore Vincenzo Roca, le tre componenti essenziali della miscela che avvelena Pagani e il suo tessuto civile. Roca parla dopo la seduta del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, durante l’incontro del prefetto Claudio Meoli coi giornalisti. I cronisti vogliono inquadrare il duplice omicidio, sapere se può essere un fatto isolato oppure il segnale di una violenza pronta a riesplodere. Il questore precisa innanzitutto che non c’è alcun rapporto fra l’omicidio del tenente Marco Pittoni – avvenuto il 6 giugno «durante una rapina fatta da soggetti provenienti dal napoletano» – e la pioggia di fuoco abbattutasi lunedì pomeriggio su piazza Corpo di Cristo: «Questo ultimo episodio matura in un contesto diverso» e riguarda un soggetto «già conosciuto sul territorio». Quanto allo scenario, Roca lo tratteggia così: «Pagani presenta criticità sotto il profilo criminale perché, oltre alla criminalità organizzata, che opera nei settori degli stupefacenti e delle estorsioni, esistono anche una criminalità che in parte arriva dal napoletano e una situazione di comportamenti socialmente censurabili». Queste tre cose insieme, come un impasto velenoso, determinano l’allarme sociale nella città dell’Agro. Le prime decisioni del comitato provinciale tendono a incidere proprio su questa trama marcita del tessuto sociale, per dare risposte tempestive ai cittadini. Dopo l’assassinio del tenente Pittoni la gente di Pagani dimostrò la voglia di reagire, partecipando a manifestazioni spontanee. Due mesi dopo, ancora sangue sulle strade della città.