Il Capitano ha realizzato sei gol nei play off. La finale si gioca al Partenio di Avellino
Nocera Inferiore.S'è preso la finale (si gioca al Partenio di Avellino domenica pomeriggio: in mattinata arriverà l'ufficialità dalla Lega di serie D), di forza, di prepotenza, con irruenza, mettendo da parte il fioretto per usare l'artiglieria pesante. Ed ora intende vincerla per assicurare alla Nocerina il primato nella graduatoria dei ripescaggi e la certezza quasi matematica di ritornare nel calcio che conta. S'è preso la finale Giovanni Cavallaro con una ferocia che ha sorpreso perfino lui stesso, un bolide destro preciso e rabbioso: «Quasi non mi riconosco più: qualche anno fa sarei scomparso in un campo ai limiti della praticabilità». Da capitano autentico, da vero leader, per onorare quel popolo che ormai sente suo. La super rimonta di Sapri (dallo 0-3 al 2-3) valsa l'accesso alla finalissima dei play off nazionalil'ha completata il geniale esterno sinistro siciliano timbrando la sua sedicesima rete stagionale (una in coppa Italia, nove in campionato, ben sei negli spareggi post-season), ma guai ad indicarlo come salvatore della "Patria" rossonera: «Ho avuto soltanto la fortuna di trovarmi al posto giusto nel momento giusto, ma se siamo arrivati ad un passo dal sogno il merito è di tutti». Quella fascia al braccio responsabilizza ed induce a distribuire equamente i meriti di una cavalcata trionfale: «Da solo non avrei fatto nulla. Certo, mi sono sfiancato per trovare spazi su un campo fangoso e fare la cosiddetta guerra su ogni pallone. Ma senza una squadra vera, senza un gruppo magnifico non saremmo arrivati in finale». Un divo che si trasforma in antidivo: «I personalismi non portano da nessuna parte. La nostra forza è l'unione, senza la quale non avremmo asfaltato il Gavorrano dopo il brutto Ko di Salò oppure ribaltato lo svantaggio iniziale nella gara d'andata col Sapri. Né tantomeno rialzato la testa domenica scorsa: un'altra squadra, sotto di tre gol dopo mezz'ora, sarebbe crollata, mentre noi non abbiamo mai smesso di crederci compiendo un autentico capolavoro di rimonta». Parla con un filo di voce Giovanni Cavallaro, con le corde vocali provate da una serata intera di festeggiamenti, ma prima di lasciarsi andare del tutto vuol battere anche il Vico Equense, che non perde da ventisei turni, e volare sicuro in seconda divisione: «Sono loro a doverci temere, non il contrario: faremo di tutto per superare anche quest'ultimo ostacolo». E se promozione sarà potrà sbattere la porta in faccia alle tante offerte ricevute: «Lo ribadisco: se andiamo in seconda divisione non mi muovo da qui, nemmeno per tutto l'oro del mondo». In finale mancheranno Capezzuto (deve scontare il secondo turno di squalifica) e De Fabiis appiedato per tre giornate dal giudice sportivo, che ha inflitto alla Nocerina anche un'ammenda da 1500 euro per lancio di oggetti nel rettangolo di gioco.
Molossi in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo
Non ha Santi in Paradiso, ma cerca di «procurarseli» la Nocerina, che si aggrappa anche ad un forte sentimento religioso e parte stamane per San Giovanni Rotondo a far visita al santuario di Padre Pio. Non cerca la grazia – quella si chiede per cose molto più serie – ma prega perché le sia data la forza per superare anche l'ultimo ostacolo, il Vico Equense, e si spalanchino così le porte del professionismo.
Fonte: Il Mattino