Nocera Inferiore. L’Agro Nocerino Sarnese, un comprensorio formato da circa una trentina di comuni, c’è un contenitore umano di circa 100.000 disoccupati. Un esercito, una cifra mai raggiunta negli ultimi dieci anni. Per essi, un Natale amaro. I comprensori sono quattro. In quello di Nocera Inferiore, che comprende i comuni di Pagani e Nocera Superiore, i disoccupati sono 21.205. Sul collocamento di Scafati gravitano i comuni di Angri, Corbara, Sant’Egidio del Montalbino, Sarno, San Valentino Torio, San Marzano sul Sarno, le persone che chiedono lavoro sono 25.000. Il comprensorio di Mercato San Severino raggruppa Castel San Giorgio, Siano, Bracigliano, Roccapiemonte, Calvanico, Fisciano, Baronissi, Pellezzano. Qui la massa dei senza lavoro ammonta a 25.877 unità. Il comprensorio di Cava de’ Tirreni estende la sua giurisdizione anche sui comuni della Costiera Amalfitana. I richiedenti lavoro sono 15.500. I non iscritti ai rispettivi Uffici del Lavoro e della Massima Occupazione, sono un numero imprecisato. Da indagini seguite, si calcola che essi siano parecchie migliaia. Insomma, i senza lavoro superano la triste cifra di 100.000 unità nel comprensorio della Valle del Sarno. A questi si debbono aggiungere i 400 lavoratori in mobilità esistenti nel comprensorio di Nocera Inferiore, i 530 di Scafati e poi i 564 di Mercato San Severino e 250 del comprensorio di Cava de’ Tirreni. Tutta la popolazione dei senza lavoro gravita su di una popolazione attiva, che si aggira intorno ai 260 mila abitanti mentre la cifra reale dei residenti supera le 400mila unità. Il tasso di disoccupazione in provincia di Salerno è quasi il doppio della media nazionale; è pari cioè al 14,5% mentre gli uffici del lavoro dei quattro comprensori sono diretti, con molta attenzione, da Anna Gaeta (Scafati), Guido De Pascale (Nocera Inferiore), Nicola Lambiase (Mercato San Severino) e Franco Pagano (Cava de’Tirreni. L’ufficio distaccato di Castel San Giorgio, dipendente da Mercato San Severino, è diretto da Lucio Paolillo. Ad eseguire uno studio analitico sullo stato di salute della situazione occupazionale in provincia di Salerno è stato il sociologo Nicola Lambiase. Nella sua analisi egli scrive: «É dal lontano 1995 che non si registravano cali occupazionali e una contrazione del lavoro, tali da destare allarme e preoccupazione per gli equilibri dell’intero sistema economico e sociale del nostro Paese». Nell’Agro nocerino il lavoro nero oscilla tra il 16-18%. Le fasce maggiormente colpite dalla crisi occupazionale sono quelle comprese tra 15-24 anni,(58%) seguite dalla fascia compresa tra i 25-29 e dai 30-64 rispettivamente del 46 e 12%. Le cifre riportate trovano riscontro nel lavoro analitico compiuto dai dirigenti e dai dipendente degli uffici di collocamento che operano su di un territorio socialmente inquieto, per tante ragioni. Al fenomeno si è interessata con largo anticipo sulla diffusione dei dati anche la Chiesa particolare che non è mai stata indifferente alla complessa problematica del mondo del lavoro. Lo ha fatto nel corso di incontri, convegni e manifestazioni, indirizzando sollecitazioni alle istituzioni periferiche e centrali «Ma a contrastare la regolarità del mondo del lavoro – spiega ancora il sociologo Nicola Lambiase – è il lavoro irregolare che continua ad imperare rendendo difficile tutto il sistema del lavoro e l’occupazione. Un fenomeno che sembra irresistibile, almeno nel Sud». Il dramma, però, diventa sconvolgente quando si registra che i senza lavoro sono rappresentati ancora da materiale umano «in forza di età», da coloro, cioè, che hanno davanti a sé ancora molti anni di lavoro, ma che il lavoro non lo hanno.
Gennaro Corvino
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