L’ex calciatore Ciccio Pecoraro stroncato da un’ischemia Contribuì alla promozione in B

• Nocera Superiore. Un pezzo della Nocerina che andò in B nel 1978 è scomparso con Ciccio Pecoraro. Ieri all’alba il decesso a Salerno. Pecoraro era stato male il 31. Un’ischemia cerebrale, ricovero immediato a Battipaglia, poi il trasferimento al "Ruggi". Si era ripreso e i medici speravano assieme alla moglie ed alla figlia. Invece, c’è stato un secondo colpo, questa volta fatale.
• I funerali del quarantottenne ex calciatore si terranno questo pomeriggio alle 15.30 nella sua Nocera Superiore, a Materdomini. L’Atletico Irno, squadra che allenava in Prima Categoria nella stagione in corso, non scenderá in campo. Pecoraro allenatore si è fatto ben volere nell’Agro e zone limitrofe per aver guidato, con risultati lusinghieri, squadre come Atletico Irno, Atletico Nocera e Rocchese. Non chiedeva di più, il calcio era una passione che ormai da tempo conciliava con il lavoro alla Faba Sud.
• Ed il Pecoraro calciatore? Bravo per davvero. Era un ragazzino nella Nocerina di Antonio Orsini e Bruno Giorgi che conquistò nel 1978 la promozione in serie B. Collezionò tre presenze e diverse panchine. Assieme ad Antignani, Manzi, Labrocca, Esposito, Barrella e Bove faceva parte del gruppetto di boys che diventarono entusiasti rincalzi dei mostri sacri Pelosin, Cornaro, Pigozzi, Spada, Grava, Calcagni, Bozzi, Porcari, Chiancone, Caruso e Garlini (la formazione tipo citata a memoria da quella generazione di tifosi molossi). L’anno dopo in B, altre due presenze e la soddisfazione di diventare protagonista nella Primavera di Gigino Fasolino che giocò le finali scudetto. Attaccante dotato di fisico e di ottimi fondamentali. Poteva fare di più. Andò a provare con l’Inter, aneddoto che raccontava per ricordare Giacinto Facchetti, dimostratosi di una disponibilitá unica nei suoi confronti. Lo lodarono ma alla fine non lo presero, colpa di una milza asportatagli in gioventù che faceva diffidare sulla tenuta fisica. Dopo la Nocerina, tante esperienze positive tra i dilettanti, anche fuori regione.
• Il dolore della squadra attuale, l’Atletico Irno, espresso da Fabio D’Antonio, ragazzo di Angri, centravanti come lui: «Martedì scorso ha diretto l’ultimo allenamento. Una tragedia, non trovo altre parole. Perdo più di un allenatore, per me era come un padre, a lui debbo tutto: al di lá del calcio mi ha insegnato tante cose e mi ha aiutato nella vita».
Marco Mattiello