Compatti per il Pdl: gli ex di Alleanza nazionale di Salerno sono poco propensi a seguire Gianfranco Fini in un progetto diverso dal Popolo della Libertà. Di più: sembra essersi scavata una distanza tra la base e l’ex leader del partito di destra. Tanto che sono in molti a criticare la presa di posizione di Fini. Irraggiungibile Edmondo Cirielli, ieri. Ma dato il legame tra il presidente della Provincia e Gianni Alemanno, è lecito immaginare che il presidente della commissione Difesa alla Camera sia tra i «pontieri», quelli che stanno lavorando per ricucire lo strappo tra Fini e Berlusconi. Telefoni chiusi anche per Mimmo Di Giorgio, molto vicino al presidente della Camera, mentre l’assessore provinciale Antonio Squillante preferisce non prendere parte al dibattito. Posizioni chiarissime, invece, per gli altri. «Sono un senatore del Pdl, tale mi sento e tale resto fino a fine mandato – dice Antonio Paravia – Sono rammaricato delle incomprensioni tra Fini e Berlusconi, ma credo che il problema è orchestrato dagli organi di informazione. Credo che nei prossimi giorni ci sarà un raffreddamento delle temperature. L’avanzata della Lega, dal mio punto di vista, è una cosa positiva perché è una componente del centrodestra». «Mi auguro che non ci siano strappi – la posizione di Enzo Fasano – Ma non ho nessun dubbio: sto con Gasparri e La Russa, dunque rimango nel Pdl. Sulle questioni che pone Fini, sulla linea politica, sulla Lega e il partito a Nord che risente dell’egemonia della Lega si può trovare un accordo. Se invece tutto è solo una scusa per una scelta che si ha già in mente, allora non c’è mediazione che tenga». «Per me lo strappo sarebbe un errore madornale, anzi tutte queste polemiche sarebbero da evitare – spiega Antonio Iannone – Ormai noi ragioniamo come un partito unico. Dopo due anni al governo della Nazione e oggi in regioni e province sarebbe incomprensibile per gli elettori rompere il Pdl. Quello del Pdl, per me, è un approdo senza ritorno. Su alcune questioni di merito, per esempio quella relativa alla creazione del partito, è vero che ci sono problemi, ma da risolvere tutti insieme. Invece non c’è un caso-Lega: loro sono un partito militante, che lavora sul territorio, pratica quello che dice. Dobbiamo essere noi più bravi della Lega a intercettare i consensi». Sulla Lega non è diversa la posizione di Giovanni Romano, che sulle questioni poste da Fini precisa: «È vero, c’è un problema di come meglio organizzare la strutturazione del Pdl, così come il fatto che la Lega detti l’agenda politica. Però ormai siamo in un partito, l’unico costruito in una campagna elettorale, nato con il consenso degli elettori. Ora come si fa a dire: faccio un gruppo autonomo dal Pdl. In passato Fini poteva mantenere un partito autonomo. Adesso è un po’ strano». Legato al Pdl anche Salvatore Gagliano «certo – dice l’ex consigliere regionale – indiscutibilmente alcune questioni poste da Fini sono reali. Ma dopo i successi che ci sono stati dal Pdl dal livello nazionale alle amministrative non ha senso mettere il partito in discussione». «Ci sono questioni, come il ruolo preponderante della Lega, che sono vere. Ma la forma con cui si è posto il problema e altre questioni non sono condivise da gran parte della base – si schiera Roberto Celano – E poi: i dibattiti si fanno nei partiti non sui giornali». «Sono orgoglioso di essere stato in An e noi non abbiamo molto a che fare con Forza Italia – spiega Antonio Cammarota – Ma è tardi per tornare indietro. I partiti e il loro funzionamento li fanno le leggi elettorali: con questa legge c’è il Pdl, con la proporzionale sarebbero rimaste An e Fi». Così l’unico rimasto con il presidente della Camera è solo Michele Sarno: «Stimo moltissimo Fini, credo che si stia muovendo come uno statista. Pone questioni importanti come la collegialità e il confronto. Pur nel rispetto degli alleati sta cercando di arginare lo strapotere della Lega, ponendo la questione del Mezzogiorno. Lo ho sempre seguito, lo continuerò a seguire anche se sono convinto che rimarremo nel Pdl».
articolo di
FULVIO SCARLATA
tratto dal
IL MATTINO
del 17/04/2010