Eboli. È un muratore della statale 19, l’uomo “conteso” a suon di schiaffi e pugni tra donne gelose e “aggressive”. Il marito infedele non ha riportato nemmeno un graffio, nella rissa al femminile esplosa domenica mattina. La moglie gelosa ha sfasciato l’auto della rivale. L’amante ha chiesto ai carabinieri di procedere con una denuncia. Trascinerà la moglie tradita in tribunale, accusata di danneggiamento. Recuperata la Fiat Punto dal carrozziere, l’amante 37enne è tornata a casa, a Campagna. In caserma, dai carabinieri, non ha fatto un passo indietro. «Quella donna mi deve pagare i danni», ha ripetuto più volte ai militari che redigevano la querela. La storia boccaccesca scoperta domenica scorsa dai carabinieri di Eboli, è finita ieri mattina sulla bocca di tutti. Reazione esagerata o gesto comprensibile, quella della moglie tradita, che ha distrutto l’auto all’amante del marito? La rissa esplosa in località Casarsa tra le tre donne (alla colluttazione ha partecipato anche la figlia della moglie sfascia auto) è diventata argomento di discussione nei bar e negli uffici pubblici. Lui, il marito 45enne, non è un professionista, come raccontato da alcuni testimoni oculari. È un carpentiere, vive in centro, a Eboli, lungo la statale 19, a pochi metri dalla caserma dei carabinieri e del tribunale monocratico. La moglie 40enne, invece, lavora in un’azienda ebolitana, nell’agro della Piana del Sele. Un lavoro meno faticoso di quello agricolo, ma pur sempre fatto di mille sacrifici. C’è poi la figlia 20enne, promessa sposa, prossima inquilina nella villa del “tradimento”. Testimone oculare, ma anche attiva, della rissa esplosa domenica mattina. A quanto pare, madre e figlia già sospettavano della relazione extraconiugale. A insospettire le due “donne” del carpentiere erano i suoi appuntamenti improvvisi, il telefonino accudito segretamente, le uscite di casa all’ultimo minuto. Un atteggiamento poco chiaro, come accaduto domenica mattina. Era la casa dei loro sogni, costruita dopo anni di sacrifici e di lavoro. Avevano comprato il terreno in località Casarsa. Avviato i lavori, per la figlia promessa sposa. Il sogno, però, si è trasformato in un incubo, quando il muratore ebolitano ha deciso di trasformare quella villa in un’alcova furtiva. La moglie aveva dei sospetti. La figlia si era mangiata la foglia. Lui, il muratore ebolitano, era convinto di non essere seguito. Tanto da lasciarsi andare a mattinate d’amore passionale, nella villa alla Casarsa. Quando la moglie lo ha pizzicato in flagrante tradimento, senza vestiti, senza scuse da accampare, ha scaricato l’ira gelosa sull’auto dell’amante.
Francesco Faenza, Il Mattino