Al San Francesco Nocerina ed Empoli si scontrano per avere ancora possibilità di giocarsi le proprie fisches alla roulette del campionato e sperare che la pallina gli permetta di vincere la salvezza. La vicinanza delle tribune al campo fa si che ogni giocata, ogni fischio arbitrale, venga vissuto come se ogni passaggio fosse indirizzato ad ogni spettatore presente; ogni fallo venisse sanzionato al tuo vicino di gradinata o peggio a te stesso. Una dimensione nella quale non serve chiamare a casa per sapere se l'intervento su Farias al 30' del primo tempo fosse rigore o no. Basta fare un fischio, un cenno, un grido; richiamare l'attenzione del Vigile del Fuoco, impegnato nel servizio di antincendio, più prossimo al settore e chiedere a lui. E a lui, basta ancora meno; un ammiccamento, un movimento del capo, scandire bene le parole in modo che il labiale sia chiaro a tutti. Era rigore? Il pompiere, nostrano Grisù, dice di sì, -la moviola poi darà ragione al vigile- e come accadeva al draghetto che sognava di spegnere incendi, il risultato non coincide con l' intenzione. La curva, già mortificata dal gol del vantaggio ospite a firma Maccarone, prende fuoco e scarica la sua frustrazione sul malcapitato Tommasi di Bassano del Grappa, arbitro reo di aver visto peggio di un vigile del fuoco. E allora la magia finisce. I colori che appaiono più nitidi, i cori che sembrano più belli e coinvolgenti tornano simili a quelli del calcio dei "grandi" e quindi il risultato riprende l'importanza che merita. La squadra di casa attacca, ma al contrario di Cirano cantato da Guccini, non perdona e non "tocca" mai. L'Empoli invece decide che difendere il gol di vantaggio sia più che sufficiente, con buona pace di Tavano e Maccarone, giocatori che i tifosi Molossi porterebbero a Nocera facendo carte false. La ripresa va avanti con i padroni di casa che premono alla ricerca del gol del pareggio con alterne fortune, dettate soprattutto dalla scarsa cifra tecnica dei giocatori rossoneri, abbassata ancora di più dell'ingresso in campo di Barusso. Che dio ve ne scampi.
Gli attacchi molossi s'infrangono e vengono respinti dai granitici difensori dell'Empoli come onde sui frangi fluttui dei porti, sconfortando i tifosi meno indomiti. Peccato per loro. Perché nel giro di nove minuti, due dei giocatori fino a quel momento più criticati, il difensore Di Maio e l'attaccante Castaldo, costruiscono il gol del pareggio. Torre della punta, Di Maio diventa Van Basten, fa rimbalzare il pallone davanti a se e poi di sinistro al volo supera Dossena. Nell'ultimo dei quattro minuti di recupero è ancora Castaldo a mettere lo zampino nell'azione che porta al rigore, poi trasformato da Merino, che da la vittoria alla Nocerina. La squadra di Auteri è ora terzultima a 4 punti dai play-out ma come cantano i propri sostenitori, della Serie B i giocatori non ne hanno ancora abbastanza.
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