Trentun anni, centrocampista, uno dei perni nonchè capitano della Nocerina prima in classifica nel girone B di Prima Divisione. Vincenzo De Liguori, originario di Napoli, sta contribuendo in maniera decisiva a riportare i molossi nella categoria dove mancano da trentatre anni. Il calciatore ha una lunga carriera alle spalle. L'esordio nel professionismo è avvenuto nella stagione 96/97 con la maglia della Juve Stabia. Solo due presenze in quel campionato di C1 per De Liguori, destinato poi a diventare un punto fermo della formazione delle vespe, con le quali è rimasto fino al 2000. Un anno a Viterbo, poi solo Taranto e Benevento, prima dell'approdo a Nocera Inferiore.
Vincenzo, come e quando ti sei avvicinato al calcio?
"Ho cominciato da piccolo, frequentando alcune scuole nel napoletano. Giocavo per divertirmi, ancora non immaginavo che sarei diventato calciatore di professione".
A quale allenatore devi l'esordio in terza serie?
"Fu Rosario Rivellino a concedermi quest' importante chance. All'epoca ero della Juve Stabia. L'anno seguente, con Enzo Ferrari sulla panchina delle vespe, sono diventato un titolare della squadra stabiese".
Castellammare, Taranto e Benevento le tappe della tua carriera. In quale di queste città ti sei trovato meglio, riuscendo ad esprimere appieno le tue potenzialità?
"Sono stato bene ovunque, anche se è difficile per me dimenticare l'esperienza di Taranto. In Puglia ho trascorso sei anni bellissimi; con i tarantini ho legato molto e spesso vado a trovare degli amici fin lì. Spero di rimanere a lungo anche a Nocera, dove ho già avviato un ottimo rapporto con la tifoseria, calda ed appassionata".
Hai dei rimpianti legati ad una stagione in particolare?
"Sicuramente mi dispiace aver fallito il traguardo della B, perdendo negli anni scorsi i play off sia con il Taranto che con il Benevento".
L'allenatore che ti ha lasciato il miglior ricordo?
"Ne devo elencare molti: Simonelli, Silipo, Papagni… Posso dire che ognuno di essi mi ha lasciato qualcosa ed io ho cercato di prendere il meglio da tutti".
Com'è invece mister Auteri?
"Non lo sostengo perchè è il mio attuale allenatore nè perchè la sua squadra è in testa alla classifica, ma Auteri è bravissimo. Mi domando come mai non abbia ancora allenato in serie A, palcoscenico che merita assolutamente. Oltre all'aspetto tecnico e tattico, Auteri cura la nostra preparazione sul piano fisico ed i risultati che stiamo ottenendo sono sotto gli occhi di tutti".
Fuori dal campo, c'è qualche calciatore con cui vai particolarmente d'accordo e che vedi, magari, la sera?
"Siamo un gruppo eccezionale, mai nella mia vita calcistica mi ero trovato meglio in una squadra. Qualche volta mi è capitato di organizzare una cena con Castaldo o con Catania".
Definisciti con un aggettivo
"Sono determinato. Quando mi pongo un obiettivo, mi adopero per raggiungerlo ad ogni costo".
In campo ti fai sentire dai compagni, nella vita privata come si comporta De Liguori?
"Sono un ragazzo semplice, dedico la mia vita alla famiglia. Ho tre figli, uno dei quali, Ciro, frequenta la scuola Pro Calcio Ponticelli. Ha solo nove anni, gioca da esterno e mi auguro che un giorno possa arrivare a calcare i campi della massima serie. Il tempo libero è davvero poco, ci sono amici che non vedo da un pezzo".
Hai segnato due gran gol quest'anno con la Nocerina. Quale ti è piaciuto di più?
"Senza dubbio quello di domenica scorsa. Il sinistro al volo che ha piegato la resistenza dell'Atletico Roma è stato molto bello".
Cosa daresti per segnare il gol della matematica promozione dei molossi in B?
"Non importa sia io a segnare, ben venga anche un tiro di Auteri dalla panchina. Ciò che conta è ottenere la matematica promozione. Quanto prima".
Racconteresti un aneddoto, una curiosità legata a questa stagione?
"Non so come farei senza le barzellette che ogni giorno ci racconta Salvatore Galizia. Ragazzo eccezionale come tutti gli altri, è di una simpatia tale che vorrei sempre averlo come compagno di squadra".
Il sogno nel cassetto di De Liguori.
"Voglio che la Nocerina arrivi in B per poi fare del mio meglio in campo affinchè resti in alto".