A quasi trent’anni dall’uccisione di Simonetta Lamberti, la figlia del magistrato Alfonso vittima di un agguato il 29 maggio 1982 a Cava de’ Tirreni, spunta un’altra versione del delitto. Un killer nocerino vicino ai cutoliani avrebbe confessato il delitto. I verbali sono stati secretati, l’inchiesta sará riaperta alla luce delle dichiarazioni E’ un killer cutoliano di Nocera Inferiore l’uomo che potrebbe riscrivere la storia processuale dell’omicidio di Simonetta Lamberti: l’uomo, la cui identitá è custodita nei verbali secretati dei nuovi atti dell’inchiesta, ha riaperto la vicenda raccontando la sua versione dei fatti al sostituto procuratore dell’antimafia di Salerno Vincenzo Montemurro, che coordina il lavoro investigativo su quel misterioso delitto.
• Il prossimo passo delle indagini sará un nuovo interrogatorio del padre della piccola Simonetta, il magistrato Alfonso Lamberti, il reale obiettivo della batteria omicida: Montemurro vuole risentirlo, in attesa di ulteriori riscontri che ricotruiscano il quadro di quella esecuzione attraverso nuovi elementi. Il killer nocerino, autoaccusatosi del delitto, ha fatto i nomi di altri personaggi della malavita dell’epoca, tutti facenti parte dell’a mpio schieramento riferito al boss Raffaele Cutolo, o’professore, capo della Nuova Camorra Oranizzata, anche lui più volte evocato come un’ombra per quell’assassinio.
Le chiamate in correitá fatte dal nuovo collaboratore sono in fase di riscontro, con la procura di Salerno che ha secretato i verbali messi insieme finora dal momento delle prime dichiarazioni. Il killer nocerino sarebbe un volto noto, senza ergastoli sulle spalle né precedenti coinvolgimenti nel primo procedimento penale sulla tragica morte della ragazzina di Cava de’ Tirreni. La storia del magistrato Alfonso Lamberti, dopo quella perdita, divenne drammatica: il magistrato, definito "organico alla camorra", dal collaboratore di giustizia Pasquale Galasso e successivamente arrestato, tentò il suicidio in carcere.
Nel racconto di don Pasquale il giudice Lamberti aveva aggiustato sentenze, ridotto cauzioni, rivisto pareri dietro pagamento di laute somme di denaro. Ad arrestarlo fu la Dia , con l’accusa di associazione camorristica e corruzione. Per gli inquirenti, Lamberti aveva annullato scientemente "misure di prevenzione personale e patrimoniale" a vantaggio di boss come Alfieri e Galasso. Il magistrato al quale la camorra uccise la figlia secondo Galasso si era trasformato, iniziando a muoversi con logica camorrista, commissionando persino attentati contro la moglie, Angela Procaccini, convinto che lo tradisse. «Voi ricorderete la storia di Lamberti -raccontò Galasso al giornalista Gigi Di Fiore – era un magistrato che dava davvero fastidio a Cutolo e alla Nco a Salerno. Non si metteva paura di nulla ma cercarono di ucciderlo. Fu un attentato terribile, proprio alla maniera di Cutolo che non guardava in faccia a nessuno».
Il boss della Nco ha sempre smentito ogni coinvolgimento nell’o micidio. Ma ora che la procura di Salerno guidata da Franco Roberti ha riaperto il caso, il magistrato titolare dell’inchiesta, Montemurro, vuole risentire proprio il suo ex collega. Come per il pm che sostenne l’accusa nel vecchio processo, Primicerio, anche per la DDA di Salerno il padre di Simonetta potrebbe diventare la chiave della nuova inchiesta.