Scafati. «É vicino a varie sette religiose. Ha atteggiamenti sessuali ambigui, specie verso ragazze adolescenti. Non può fare il padre». Questo, in sintesi, quanto avrebbe detto una madre di Scafati davanti al giudice del tribunale di Nocera che doveva esprimersi in una causa di separazione giudiziale sull'affidamento della sua bimba: la donna ha accusato suo marito e padre della bambina di gravi atteggiamenti e pratiche non consone a un genitore. Ma alla fine le accuse si sono dimostrate infondate. Non è il primo caso, questo, in cui una madre accusa falsamente l'ex marito di nefandezze pur di avere l'esclusivo affidamento dei bambini. Se è pur vero che in famiglia si consumano violenze di cui le donne e i figli sono vittime, e vero altresì che ci sono alcune madri che ricorrono alla menzogna pur di vedere affidati i figli solo a loro.
Nella vicenda dei coniugi scafatesi, il giudice aveva in un primo tempo concesso l'affido condiviso, ma poi, di fronte alle accuse della madre al suo ex compagno, lo ha revocato, affidando la figlia solo alla mamma e disponendo una consulenza tecnica d'ufficio. Dopo tre mesi d'indagine, lo psichiatra incaricato dal tribunale ha sostenuto che quel padre era fornito di una buona capacità genitoriale. In pratica, le accuse della madre erano infondate e il marito era un buon padre. A questo punto, il giudice ha nuovamente disposto l'affido condiviso della bimba ai due genitori. Una vicenda penosa, questa, accaduta in una famiglia «normale». I quarantenni genitori della bimba hanno un buon livello culturale come lo è quello delle loro famiglie di provenienza, e vivono in una condizione socio-economica discreta. Si tratta, quindi, di persone colte e senza problemi economici.
«Ancora una volta assistiamo ad una madre che, per mero spirito di vendetta, attua un tentativo di delegittimazione del ruolo paterno, con una campagna denigratoria, per emarginare il marito, squalificandolo e distruggendolo come uomo e come padre -ha affermato l'avvocato Alba De Felice, presidente dell'Ami, associazione matrimonialisti italiani, sezione Agro nocerino-sarnese – Queste forme di mobbing familiare stanno diventando sempre più frequenti anche a livello locale. In quest'ultima vicenda, la celerità della giustizia ha evitato che la bimba venisse a lungo privata del suo papà: un caso raro, visto che non sempre, si riesce ad intervenire velocemente. Va ricordato, inoltre, che le vittime di queste tragedie familiari sono soprattutto i figli».