Parco Fienga, l’ulivo della discordia

Nocera Inferiore. Da simbolo di pace a causa di un violento scontro tra il sindaco Antonio Romano e la Pro loco Nuceria Alfaterna. Si tratta di quella pianta secolare, ribattezzata "Ulivo della discordia", sparita dall'area più antica del Castello Fienga a Nocera Inferiore dove è in fase di realizzazione il progetto del Teatro al Castello. L'abbattimento dell'albero, la cui notizia è stata definita infondata dal primo cittadino, ha dato occasione alla Pro loco per sferrare il suo attacco contro l'amministrazione comunale per lo stato in cui versa l'antico maniero. Con testimonianze, ma soprattutto reperti fotografici, la Pro loco ha voluto esibire, in conferenza stampa, le prove di quello che viene definito uno scempio a danno di uno dei monumenti più belli del territorio. A cominciare dal presunto sbancamento, già denunciato dal professore Paolo Peduto (docente di archeologia che ha scritto una lettera aperta a ”Il Mattino”) che avrebbe deturpato la parte più antica dell'area per fare spazio al progetto del Teatro. La Pro loco denuncia, però, anche la presenza di antenne per la telefonia mobile in prossimità delle mura del castello, così come lo stato di abbandono dell'area che qualche anno fa fu semidistrutta da un incendio proprio quando era in corso una mostra fotografica legata a Jazz in Parco. Per fare in modo che i cittadini possano rendersi conto della situazione, la Pro loco ha organizzato una mostra fotografica che potrà essere visitata ogni giorno presso la sede di corso Vittorio Emanuele 23. «Ecco le prove documentali che quella pianta di oltre 800 anni esisteva ed è stata sradicata – ha dichiarato il presidente della Pro loco, Luigi D'Angelo -. La sua età si evince dalla relazione del Cnr e dell'Istituto botanico di Napoli. Abbiamo voluto esibire le prove di ciò che il sindaco ha definito una notizia inventata. Forse si è fidato di sopralluoghi di tecnici o della ditta appaltatrice, che non gli hanno riferito del valore di quell'ulivo». A dare man forte a D'Angelo è il ricercatore del Cnr, Rocco De Prisco: «Dal 1995 al 2001 sono stato membro della Pro loco e insieme a D'Angelo abbiamo dato impulso al castello con la prima rassegna teatrale. Personalmente sotto quell'ulivo ho fatto le migliori letture, quindi nessuno si può permettere di affermare che non sia mai esistito». Dal canto suo, Romano respinge ogni attacco e risponde lanciando accuse di strumentalizzazioni politiche: «La Pro loco di cui sono membro, perché sono un componente del direttivo, non ha avuto mai il garbo e il senso di responsabilità di confrontarsi correttamente su problemi e tematiche come queste – dice Romano -. Mi sa tanto che si tratti di un inizio di campagna elettorale chiaramente a sostegno di un individuato candidato che sicuramente non è il mio».

Fonte: Il Mattino