Parroci trasferiti, i fedeli insorgono

Cava de’ Tirreni. A rumore il mondo ecclesiastico, e non solo, dopo la pubblicazione dell'organigramma predisposto da monsignor Orazio Soricelli. Assensi, smentite, ammiccamenti, telefoni caldi hanno caratterizzato le prime ore della mattinata di ieri. Eppure la notizia era nell'aria e da tempo si attendeva che l’arcivescovo mettesse mano al riordino delle parrocchie. C’era già stato un tentativo nell'ottobre scorso, ma poi rinviato sia per la resistenza di alcuni parroci sia perché il presule non aveva completata la visita pastorale nelle parrocchie. Ora i tempi, secondo voci del Palazzo vescovile, sono maturi, Soricelli, portata a termine la visita pastorale, ha raccolto disponibilità dei parroci e maturato la riorganizzazione. «Abbiamo data solo la disponibilità a voce, ma essa non si è mai concretizzata in un atto scritto, né c'è mai stata indicata l’eventuale nuova sede – lamentano alcuni dei sacerdoti in odore di trasferimento – Il fatto grave in tutta questa vicenda è che, non solo non ci è stata comunicata mai ufficialmente la decisione, ma che l’abbiamo dovuta apprendere dalla stampa». Intanto dalla Curia nessun commento ufficiale, se non una caccia alle fonti che hanno fatto scoppiare la bomba con la rivelazione del valzer di parroci con tanto di nomi e sedi. Il lavoro, tuttavia, di contatti e di consultazioni, resosi più frenetico dopo la rivelazione della nota, continua per mettere a punto la proposta che sarà ufficializzato il 12 settembre nel Pontificale che il vescovo celebrerà in occasione dei festeggiamenti in onore della Santissima Vergine patrona della città. La rivelazione ha messo in agitazione le varie comunità parrocchiali sorte in difesa dei propri parroci. Già i primi segnali a Passiano e Pregiato, due frazioni tra le più popolose della valle metelliana. Nella prima opera don Vincenzo Di Marino destinato a Pregiato e, nella seconda, don Luigi Grimaldi destinato a S. Arcacangelo. I due parroci attendono le decisioni finali con fiducia, non alimentano né agitazioni, né rivolte, il loro unico interesse è il bene della Chiesa e delle comunità. Franco Adinolfi, presidente del consiglio pastorale parrocchiale di Pregiato spiega: «Abbiamo avviato con il parroco un lavoro concreto, non solo di ricostruzione della chiesa, ma di riorganizzazione della pastorale nelle famiglie, tra i giovani, sarebbe un duro colpo». Lo stesso clima si vive a Passiano dove, da tempo, don Vincenzo di Marino ha avviato una serie di iniziative interessanti, basti l'ultima , la mostra della memoria di Passiano e della chiesa locale. La vicenda ha portato molti parroci ad approfondire il diritto canonico e a rileggere le norme che regolano il rapporto tra vescovo e parroci. Si fa presente che il trasferimento è consentito o per promozione o per incompatibilità. Quest'ultima a conclusione di un processo ecclesiastico. La vicenda tuttavia è destinata a vivere altre pagine e solo il 12 settembre se ne potrà comprendere quale sarà la portata. Intanto da qualche parte è stato chiesto con insistenza quando le parrocchie della diocesi della Badia (Corpo di Cava, Dragonea e S. Cesareo) saranno restituite alla diocesi di Amalfi-Cava come deciso dalla Santa Sede. (Giuseppe Muoio)