Per uccidere Abdel i killer pronti alla strage

Pagani. Poteva essere una strage l'agguato in piazza Corpo di Cristo nel quale sono morti Ben Manhud Abdelaziz, tunisino di 45 anni residente a Pagani e un suo parente Sandro Cascetta, 33 anni di Malnate in provincia di Varese ma paganese di origine. Alla fine sono stati trovati 18 colpi esplosi da due dei tre killer scesi da uno scooter sparando all'impazzata contro Abdelaziz. Ma potrebbero essere una trentina i proiettili esplosi. Alcuni proiettili sono rimbalzati sull'altro lato della piazza, quella di fronte al sagrato della chiesa che di lì poco avrebbe visto l'inizio della messa mentre sul corso Padovano si svolgeva il passeggio. Altre ogive sono finite sulle auto in sosta. Sembra proprio si tratti di killer non di grande preparazione tecnico-militare. Intanto, Davide De Felice, trentaduenne operaio anch'egli di Malnate, cugino di Cascetta, ferito dalla pioggia di fuoco, in nottata è stato arrestato perché i carabinieri hanno trovato a casa sua un kalashnikov. Un ritrovamento che ha lasciato sorpresi gli stessi militari di Varese, visto che Cascetta e De Felice non sono considerati criminali di spessore e sono stati coinvolti in vicende giudiziarie non di primo piano. Sia Alessandro Cascetta, 33 anni, quanto De Felice sarebbero abituali consumatori di droga e vengono descritti come personaggi contigui alla criminalità. Il tunisino ucciso, sposato con una donna di Pagani e padre di due figli minorenni, era conosciuto come un piccolo malavitoso. Violento, si dedicava ad estorsioni, minacce, ed era stato anche indagato per episodi di violenza sessuale. Abdelaziz era pure scampato a un agguato già nel 1999 a Nocera Inferiore. Sempre ieri, poi, è stato trovato nei pressi del ponte dell'autostrada A3 Napoli-Salerno vicino al cimitero di Sant'Egidio del Monte Albino una carcassa di uno scooter bruciato poche ore prima, che potrebbe essere, ma non c'è alcuna certezza, quello utilizzato dagli attentatori (pare sia un'Honda SH, rubato ad ottobre nello stesso comune dei Monti Lattari): non è da escludersi, a questo punto, che i killer abbiano saltato la rete della recinzione autostradale per fuggire via con un'auto. Una vicenda complessa da dipanare per i carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore del maggiore Massimo Cagnazzo e del reparto operativo del tenente colonnello Francesco Merone. Varie le piste investigative seguite dagli inquirenti tra cui quella che vede l'omicidio Abdelaziz legato alla lotta per il controllo del mercato degli stupefacenti, anche se non se ne tralasciano altre. Il tunisino era un "indipendente" e non è escluso che abbia commesso uno sgarro, semmai non volendo accettare la supremazia di qualche malvivente della zona. Le modalità dell'omicidio ricordano anche quelle dell'assassinio di Antonio Venditti, altro giovane che pare avesse voluto agire da solo nell'ambito della criminalità locale. Come al solito, in una Pagani, dove in tanti sono omertosi, anche quest'ultimo omicidio sembra scivolare via senza che ci sia una reazione forte da parte della gente contro il malaffare, anzi si colpevolizza come spargitore di fango chi lo denuncia. Al pm Maurizio Cardea della Dda di Salerno ora tocca di riuscire a ricostruire un puzzle investigativo assai complicato. Si partirà dall'analisi dei primi 18 bossoli ritrovati sul luogo del delitto, calibro 9×21; dall’autopsia dei due cadaveri, dallo scooter bruciato scoperto a Sant'Egidio; dai risultati dei quattro "stube" praticati su quattro persone sentite nella notte.

(Salvatore De Napoli)