Presi i coniugi usurai della porta accanto

 Sant’Egidio Montalbino. «Usurai di prossimità». Così potrebbero essere definiti, se verranno provate le accuse loro mosse, una coppia di coniugi sentegidiesi arrestati ieri mattina dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Nocera Inferiore, nell'ambito di un'operazione antiusura della procura nocerina. Si tratterebbe, quindi, di usurai di quelli che si possono trovare alla porta accanto, senza organizzazioni criminali alle spalle, quelli che più che strozzini sono spesso considerati degli amici che fanno un "piacere" a chi è in difficoltà dando loro poche migliaia di euro anche se poi chiedono la successiva restituzione del capitale prestato con l'aggiunta di interessi mensili del 5%-10%, pronti a ricapitalizzarsi ogni volta che alla scadenza non viene pagata la rata di rimborso. In questa categoria, quindi, potrebbero rientrare, qualora fossero colpevoli, Raffaele Ruocco, camionista di 44 anni, e la sua quarantenne moglie Patrizia Mattino, casalinga, entrambi di Sant'Egidio del Monte Albino, condotti agli arresti domiciliari, grazie a un'indagine del luogotenente Alberto Mancusi dei carabinieri della sezione di pg. Due le vicende prese in esame dal gip Gabriella Passaro del tribunale di Nocera Inferiore che ha emesso le misure di custodia cautelare a carico dei coniugi sospettati di essere usurai. La prima vicenda vede vittima un imprenditore del settore edile e stradale di Castel San Giorgio. Avendo bisogno di denaro, alla fine del 2007, il costruttore aveva avuto 4.000 euro in prestito da Ruocco, datigli con un assegno tratto dal conto corrente della moglie di quest'ultimo. In tre mesi o poco più, il debitore restituì in tre tranche complessivamente 4.840 euro. L'imprenditore ebbe bisogno di un secondo prestito e ottenne 5.000 euro dal camionista santegidiese, in cambio di tre assegni firmati dal costruttore per un totale di 6765 euro: non essendo riuscito a pagare il primo di questi, la presunta vittima ottenne una proroga di tre mesi, modificando l'assegno da 2.405 a 2705 euro. Il costruttore ebbe difficoltà a pagare il secondo titolo e quando fu posto all'incasso riuscì a farlo sequestrare. Dalla denuncia presentata dal sangiorgese nell'ottobre scorso, infatti, sono partite le indagini del luogotenente Mancusi e del pm Serrelli, coadiuvati dal maresciallo Guido Santoro, che hanno portato a scoprire una seconda presunta vicenda di usura, quella che sarebbe stata perpetuata, a dire degli inquirenti, dalla sola Mattino ai danni di una fruttivendola di Angri. Durante una perquisizione a casa dei coniugi Ruocco, i carabinieri trovarono una cambiale di 2.790 euro, firmata da un uomo di Angri, che ha poi disconosciuto la firma. La cambiale sarebbe stata, invece, firmata da sua moglie che aveva avuto un prestito di 2.000 euro dalla casalinga di Sant'Egidio. Secondo gli investigatori, la presunta vittima dell'usura avrebbe firmato una prima cambiale di 2.300 euro con la firma apocrifa del marito e, successivamente, non potendola pagare, avrebbe ottenuto dalla Mattino di firmare un rinnovo della stessa per due mesi, sempre a nome dell'ignaro marito, ma per 2790 euro.

articolo di Salvatore De Napoli – Il Mattino