Cava de’ Tirreni. Una puntura di ape riduce in fin di vita un giovane cavese, colpito dal cosiddetto shock anafilattico: una reazione allergica al veleno iniettato dall'insetto che, se non contrastata in tempo, può portare alla morte. A salvarlo un amico che ha soccorso il trentenne originario di Pregiato. Appena si è accorto dei sintomi che presentava – abbassamento della pressione, forti dolori al capo e difficoltà respiratoria – lo ha accompagnato al pronto soccorso. L’episodio è accaduto nelle prime ore della sera. Il giovane stava lavorando nel suo giardino, quando, a seguito della puntura dell’insetto (si presume si sia trattato di un'ape vista la presenza di sciami in quella zona) ha accusato i tipici sintomi dello shock anafilattico, con un improvviso abbassamento della pressione e forti dolori al capo. L’uomo è stato soccorso da un amico che ha subito capito che non si trattava di una banale puntura e ha deciso di accompagnarlo in ospedale. Quando sono giunti al pronto soccorso il trentenne aveva la mano destra, dove l'insetto aveva iniettato il veleno, completamente tumefatta e interessata da un vasto edema. Da un primo esame i sanitari della divisione di prima emergenza hanno imemdiatamente pensato ad un scock anafillatico che, se non prontemente contrastato, può avere conseguenze letali. Con il supporto dei medici della rianimazione ed anestesia hanno proceduto alla somministrazione prima di un cortisonico e poi dell'adrenalina, farmaco capace di contrastare reazioni allergiche anomale. Le condizione del giovane sono andate via, via migliorando. Sono infatti scomparsi i dolori al capo e i problemi respiratori. Non solo api. I medici del pronto soccorso del Santa Maria dell'Olmo hanno lanciato già da tempo l'allarme per i numerosi casi di morsi da vipera registratisi in questi mesi estivi. Solo nelle ultime settime sarebbero tre le vittime che sono ricorse alle cure ospedaliere. (Simona Chiariello)