Dopo la pausa legata allo slittamento dello spettacolo di Davide Enìa “Maggio ‘43”, che per impegni televisivi dell’attore è stato spostato a sabato 4 aprile, riprendono gli appuntamenti con la XII edizione di “Scenari pagani”, il Festival di Teatro e Musica promosso e organizzato da Casa Babylon Teatro, con la direzione artistica di Nicolantonio Napoli. Sabato 28 marzo alle ore 21.00 a salire sul palco del Teatro del Centro Sociale di Pagani sarà la Compagnia Krypton, che porterà in scena lo spettacolo “Nella solitudine dei campi di cotone” con Fulvio Cauteruccio e Michele Di Mauro, per la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti. “Nella solitudine dei campi di cotone” ha debuttato in versione per palcoscenico nel marzo 2007 dopo tre allestimenti di grande successo realizzati in luoghi poco convenzionali: il debutto al Mittelfest di Cividale in un bar, un cortile della Casa del Popolo a Montalcino, un frantoio a Radicondoli. La versione teatrale è uno spettacolo emozionante. Un incontro con la poesia di Koltès e il suo immaginario, fatto di tenebre e di paure infantili, di disperata necessità di affetto. Parole che cercano di superare l’inesorabile difficoltà di esprimersi, di superare la solitudine affollata di ricordi fantasmagorici. Parole che sono musica, musica delicata che tocca e stravolge l’anima. In questo testo, il più famoso di Koltès, due uomini, un cliente (Fulvio Cauteruccio) e un dealer (Michele Di Mauro) a notte tarda si incontrano per caso. Entrambi fuggiti dalle proprie case, ma non casualmente. Uno di loro dice che ha qualcosa da vendere. L’altro sta al gioco e dice che forse comprerà. Di cosa si tratta? Non si sa, forse l’amore, forse qualche oggetto, forse il tempo, forse il pensiero, forse l’ascolto. Un dialogo serrato che è una sfida, un allontanarsi, un cacciarsi, un inseguirsi dei due personaggi in labirinti verbali violenti quanto uno scontro fisico. Eppure l’opposizione tra i due sembra nascondere un bisogno di possessione reciproco, qualcosa che li lega indissolubilmente l’un l’altro. Nessuna motivazione apparente li obbliga a continuare la conversazione, soprattutto perché il gioco diviene sempre più pericoloso, ma entrambi sono come logorati dalla volontà di aspettare la risposta dell’altro e continuare il dialogo all’infinito. Tutto appare come una transazione commerciale. Infatti un “deal” è una transazione commerciale che si basa su valori proibiti o severamente controllati, e che si conclude, in spazi neutri, indefiniti, e non previsti per questo uso, tra fornitori e postulanti, per tacita intesa, segni convenzionali o conversazioni a doppio senso, allo scopo di limitare i rischi di tradimento e di imbroglio che una simile operazione implica.