Cava de' Tirreni. La puntura di una siringa per iniettare un farmaco anestetico per un banale intervento alla bocca nell'ambulatorio della Clinica Ruggiero. E' stato così che Nunziante Eugenio Giliberti, 52 anni originario di Solofra, imprenditore conciario, ha accusato un malore e dopo poco è morto. L'uomo è stato sottoposto ad un intervento di implantologia ossea (ricostruzione dei denti) e, secondo i medici della clinica, dopo l'anestesia si è proceduto con l'intervento. Al vaglio degli inquirenti anche un’altra ricostruzione dell’accaduto. L'operazione sarebbe riuscita e solo dopo, a causa di complicanze, l'uomo si sarebbe sentito male e poi sarebbe morto. A nulla è servita la corsa in ospedale. I medici dell'ospedale Santa Maria dell'Olmo non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Ora la sua salma è sotto sequestro. Sulla tragica morte indagano gli agenti del commissariato di polizia, diretto dal vicequestore Pietro Caserta. In mattinata dopo un primo esame del medico legale, in attesa degli esiti dell'autopsia, gli investigatori procederanno ad ascoltare i medici della rinomata struttura cavese e in particolare l'anestesista e il medico dentista originario di Nocera Inferiore che aveva in cura l'uomo e che avrebbe dovuto eseguire l'intervento. Non sono ancora state accertate responsabilità nei confronti dei sanitari nè tantomeno nei riguardi della struttura, tra le più conosciute in città e non solo per specialità mediche e in particolare nel campo degli interventi estetici. Ieri pomeriggio è accaduto l'imprevisto.
Secondo le prime indiscrezioni, trapelate dagli organi di polizia, Giliberti era giunto a Cava da Solofra per sottoporsi ad un intervento alla bocca. La scelta di Cava era stata dettata dal suo stesso medico o meglio dal fatto che lo specialista in questione prestava servizio e dunque opera nella clinica Ruggiero. E così ieri pomeriggio poco prima delle 17 Giliberti è arrivato in città. L'uomo era apparso molto tranquillo anche perchè il suo sarebbe stato un intervento di routine. Con lui c'era la sua compagna, Giliberti era infatti vedovo. Sbrigate tutte le formalità e messa a punto la fase preparatoria Giliberti è stato accompagnato in ambulatorio per procedere con l'anestesia.
Subito dopo l'iniezione (o secondo un’altra versione appena dopo l’intervento) l'uomo avrebbe avvertito un malore. I primi sintomi hanno immediatamente insospettito i medici che hanno trasferito il paziente nella divisione di rianimazione e terapia intensiva. È iniziata così la corsa contro il tempo: caricato su un'ambulanza l'uomo è stato accompagnato in ospedale, ma ormai non c'era più nulla da fare. Come da prassi il decesso è stato segnalato al commissariato di polizia, che ha provveduto a sequestrare la salma per eseguire gli esami sul corpo. si.ch.