Pagani. Un test di valutazione per l'ingresso al liceo scientifico "B. Mangino" di Pagani scatena una piccola rivolta da parte di genitori e studenti. L'idea del presidente dell'istituto superiore paganese, Antonio Bisogno, non è stata, infatti, gradita da molti allievi che hanno già inoltrato la richiesta di prescrizione presso il liceo "Mangino". Il test incriminato, non obbligatorio ed in alcun modo selettivo per l'accesso dello studente, è stato introdotto quest'anno come servizio per gli studenti interessati a proseguire il proprio percorso di studi superiore presso il liceo scientifico paganese.
«È un test di valutazione che serve unicamente alla scuola per predisporre dei percorsi in linea con quelle che sono le esigenze degli studenti – spiega il preside dell'istituto superiore di via Guerritore, difendendo l’idea – Non serve, però, in alcun modo a discriminare l'accesso agli studenti». Il test finito nell'occhio del ciclone, dunque, è esclusivamente un servizio reso dal liceo per comprendere le eventuali difficoltà degli allievi e costruire un percorso di studi tale da poter fronteggiare alle lacune venute fuori dalla valutazione d'ingresso. Questa, almeno, la spiegazione dei dirigenti dell’istituto. «Non facciamo altro che adeguarci alle indicazioni europee – continua il preside, Antonio Bisogno – Il test, di italiano e matematica, serve agli stessi studenti per analizzare le proprie competenze e lavorare di più laddove, magari, si è più carenti».
L'italiano e la matematica, infatti, vengono considerati discipline trasversali a tante altre dottrine. Sono quelle materie la cui base di studio è fondamentale per intraprendere qualsiasi percorso di studio universitario o professionale, dopo il conseguimento del diploma di scuola superiore. La spiegazione data dal preside Bisogno, però, ancora non rassicura molti genitori. Alcuni, infatti, sarebbero convinti del fatto che, nonostante il test iniziale non venga utilizzato ai fini della valutazione dello studente da parte degli insegnanti durante l'anno scolastico, questo possa influire, anche indirettamente sul giudizio dato dai docenti nel corso degli anni di diploma.
La polemica è quindi ancora aperta, anzi minaccia di riscaldarsi ulteriormente. Molte le critiche all’idea del capo di istituto, e pronta la reazione di ragazzi e genitori. (di Lucia Trotta)