Al comune di Pagani aveva la delega alla sicurezza Secondo l'accusa si era introdotto nell'abitazione dell'ex convivente prendendole il suo telefono cellulare e picchiandola ripetutamente. L'ex consigliere comunale di Pagani (Salerno), con delega alla sicurezza, Francesco Schiavo, 41 anni, e' stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore (Salerno) in flagranza di reato per violazione di domicilio e rapina. L'uomo e' stato portato nelle camera di sicurezza, in attesa del processo per direttissima.
Ex convivente picchiata Schiavo resta in cella
Pagani. Dove rimanere in carcere. Il tribunale di Nocera Inferiore ha ordinato il trasferimento in un istituto penitenziario, del quarantunenne imprenditore Franco Schiavo di Pagani, ex consigliere comunale delegato alla sicurezza, arrestato sabato scorso dai carabinieri del nucleo radiomobile, agli ordini del tenente Giampaolo Scafarto, per essersi introdotto in casa della sua ex convivente, F.DiL. di 38 anni, e aver preso il cellulare della donna, dopo averla picchiata anche alla presenza dei carabinieri che erano intervenuti sul posto. Il giudice Furio Cioffi ha deciso per la più grave delle misure cautelari, ritenendo sussistenti i gravi indizi a carico dell'ex consigliere comunale per i reati di violenza privata, violazione di domicilio, furto con destrezza delle chiavi di casa della donna e rapina (l'imprenditore paganese è anche indagato per danneggiamento e percosse), e tenendo conto del livore che l'indagato nutrirebbe ancora nei confronti dell'ex convivente. Livore e non capacità di controllo da parte di Schiavo che potrebbero far presagire una reiterazione dei reati messi a segno contro una donna sola e con la quale fino a pochi tempo prima c'era un rapporto sentimentale. In aula, poco prima, diversa era stata la tesi sostenuta dalla difesa. «Schiavo – ha affermato in udienza l'avvocato Matteo Feccia, difensore dell'ex consigliere comunale – non aveva nessuna intenzione di violare il domicilio della signora, né tantomeno rapinare un telefonino. Il mio assistito voleva soltanto verificare che le telefonate anonime giunte sul suo telefonino e ai carabinieri provenissero dal cellulare della parte offesa (F. Di L., ndr), telefonate che avevano portato gli investigatori a eseguire tre perquisizioni a carico del signor Schiavo, e in una di queste furono trovate delle munizioni. Inoltre, il mio assistito, ha già dichiarato ai carabinieri, in un procedimento diverso, proprio in quello relativo alle munizioni ritrovate presso l'ufficio della ditta Alfer, di aver paura che l'anonimo telefonista fosse lo stesso che ha introdotto i proiettili nel luogo dove erano stati rinvenuti, visto che lui non possiede né ha mai posseduto armi e munizioni». L'avvocato Feccia ha poi concluso la sua arringa chiedendo la derubricazione dei reati contestati a Schiavo in quello meno grave di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, con violenza sulle cose o sulle persone. sa.dn. |
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