Nocera Inferiore. Per colpa di cavilli tecnico-burocratici un giovane disabile rimane prigioniero in casa propria. Succede a Nocera Inferiore in via Gramsci, nel vecchio quartiere di Capocasale che diventa scenario di una storia umana dai contorni assurdi. Luca ha venti anni ma non sarà mai in grado di salire o scendere autonomamente le scale di casa propria. Glielo impedisce una gravissima malattia, la sindrome di «Cornelia De Lange» che colpisce un bambino su ventimila ogni anno, compromettendo in maniera cronica capacità motorie e intellettive. Mamma Concetta e papà Salvatore, pur vivendo in condizioni economiche e sociali disagiate, lo assistono costantemente, ma questo non basta. La casa dove vive, una vecchia palazzina di un antico cortile, non è dotata di un ascensore e una rampa di scale ripidissime rende complicato ogni spostamento del ragazzo. Una recente operazione all'anca subita da Luca ha aggravato ulteriormente la situazione gettando nello sconforto totale i genitori. A favore di Luca si è mobilitato da tempo il Comune che ha garantito, attraverso i servizi sociali, la totale copertura finanziaria, circa 18 mila euro, per costruire un elevatore affidando i lavori alla ditta Paravia di Salerno. A conferma di ciò anche l'invio di un bonifico alla ditta, datato 12 novembre 2008, con un anticipo del 30% della somma pari a 5200 euro a seguito della quale una squadra di operai si è recato presso l'abitazione di via Gramsci per i necessari rilievi. Sembrava quasi fatta, ma da allora nulla si è più mosso. «Vi prego fate qualcosa – dice Concetta – non ce la facciamo più a caricarci nostro figlio sulle spalle. Gli anni passano e io sono preoccupata, temo di non riuscire più a prendermi cura di mio figlio che rimarrà immobilizzato per sempre. Lancio un appello alla ditta affinché esegua al più presto i lavori». Alla base del ritardo nell'avvio dei lavori ci sarebbe un cavillo di natura prettamente tecnica, ma anche ritardi burocratici. Per l'installazione dell'ascensore è necessario predisporre un «plinto» in cemento destinato ad accogliere un «castelletto in cristallo» i cui lavori, secondo la Paravia, sarebbero di competenza della famiglia Imperato. Il Comune sarebbe a disposizione della famiglia per affrontare anche questa spesa, ma qualsiasi tipo di comunicazione con la ditta si sarebbe interrotta e non ci sarebbero indicazioni su come eseguire i lavori. Rispetto alla vicenda l'assessore all'urbanistica, Vincenzo Petrosino, facendo riferimento ad una storia umana di Scafati in cui proprio la ditta Paravia ha garantito un ascensore: «Vista la gravità della situazione auspico per il futuro una maggiore sensibilità. I solleciti inoltrati fino ad oggi sono caduti però nel vuoto». Interpellata al telefono, non manca la versione della Paravia che annuncia la costruzione dell'ascensore entro 30 giorni. «Il cavillo tecnico è stato superato – dice Francesco Milone responsabile dell'ufficio qualità e sicurezza della Paravia – e posso assicurare che non è stato facile. Posso garantire che entro 30 giorni l'ascensore sarà realizzato e per accelerare i tempi abbiamo inviato direttamente dei nostri tecnici al Comune e presso la famiglia Imperato per acquisire le necessarie firme in calce alle documentazioni. Voglio precisare che abbiamo sollecitato più volte a mezzo raccomandata le firme, dal mese di dicembre, senza ottenere risposta».

Fonte: Il Mattino